MESSINA. Un’astensione che rischia di tradursi in un “no” da parte dell’assessorato al Turismo della Regione siciliana. E’ quella dell’ex commissario e attuale consigliere di amministrazione del Teatro di Messina, Salvatore Jervolino, che si è astenuto in sede di approvazione del bilancio previsionale, lo scorso 2 ottobre ma che, da dichiarazioni di stampa, intende far pesare il suo parere (velatamente negativo) presso l’assessore Anthony Barbagallo, di cui è uomo di fiducia a Messina dalla fine di dicembre del 2016. Una posizione che prelude quasi alla chiusura di un ciclo iniziato proprio con un commissariamento che, pur avendo degli obiettivi fissati, ha fatto altro. Il problema è serio: se la Regione non dovesse approvare il Bilancio, l’Ente non potrà accedere ai finanziamenti e, di fatto, smetterà di funzionare. Eppure, lo stesso Salvatore Jervolino è stato uno dei “problemi” legati proprio al Bilancio.
LA VICENDA. Il 2 ottobre, il Cda, nello stesso giorno in cui i Revisori dei Conti avevano presentato la loro relazione puntando il dito contro l’approvazione di atti da parte dell’ex Commissario Salvatore Jervolino e del sovrintendente senza la firma del presidente in carica fino al 27 aprile, Maurizio Puglisi (vedi articolo precedente), ha provveduto ad approvare il Bilancio. Quali atti venivano stigmatizzati? Una parte sono gli storni al bilancio operati da Egidio Bernava: il sovrintendente aveva spostato delle somme da un capitolo di spesa all’altro (alcune cifre erano servite anche per pagare le indennità all’ex commissario), pur essendo decisioni che toccano al Consiglio e al presidente. L’altra parte, invece, riguarda le decisioni prese dall’ex Commissario. Così l’okay al documento contabile: “In considerazione dell’approvazione del bilancio di previsione – si legge – il Cda rappresenta che nella redazione del bilancio stesso si è dovuto tenere conto delle delibere di gestione commissariale intervenute nel corso dell’anno solare 2017 non rilevando al momento alcuna criticità salvo ed in pregiudicata ogni ed eventuale iniziativa a tutela dell’Ente qualora ne ricorrano le condizioni”.
TUTTO DA RIFARE? Gli atti amministrativi prodotti fino ad aprile 2017, infatti, secondo quanto scritto dai Revisori, potrebbero essere nulli. Così, dal licenziamento dei direttori artistici alle azioni legali intraprese, qualsiasi atto emanato da Jervolino senza la firma di Maurizio Puglisi, il presidente, non avrebbe alcun valore, a detta dell’organismo contabile. E ciò potrebbe aprire le porte a una serie di conseguenze (vedi ricorsi), perché si tratta di decisioni con effetti esterni e su terze persone (a differenza degli storni contabili). Allo stato attuale, approvando il Bilancio, il Cda ha deciso, in nome della continuità amministrativa, di non esaminare gli atti uno per uno.
LA RELAZIONE DI FIORINO. In sede di approvazione, questa è stata la fotografia dell’Ente scattata dal presidente Luciano Fiorino: “Corre l’obbligo di ricordare che l’attuale Consiglio di Amministrazione, da me presieduto, ha registrato il proprio insediamento in data 19 giugno 2017 ereditando una condizione finanziaria definibile quantomeno complessa: il riconoscimento dei debiti fuori bilancio (operato l’11 maggio 2017 dal Commissario Straordinario uscente), l’impossibilità di poter registrare il contributo FURS 2016 come entrata certa, la corsa verso la predisposizione ed approvazione del rendiconto 2016 (chiuso con un disavanzo di oltre 1 milione di euro) e la riattivazione della macchina amministrativa hanno di fatto rallentato notevolmente le attività di programmazione dell’Ente. Questo bilancio è stato così approntato sulla base di una contrazione di tutte le spese e sulla predisposizione di una stagione teatrale alimentata con le residuali scarse risorse finanziarie. E se da una parte si registra il forte impegno del Cda, volto alla ricerca di nuove risorse e all’allestimento di un cartellone comunque di rilievo culturale e commerciale, fa presagire in un futuro più confortante e di espansione delle attività dell’Ente, urge ancora sottolineare che gli esigui contributi regionali riescono a coprire esclusivamente le voci di spesa corrente. Sarà impegno preciso del sottoscritto, del Cda e del Sovrintendente, attivarsi nel reperire ulteriori introiti finanziari confidando anche nella partecipazione attiva, con scelte politiche importanti, di tutti organi di governo locale”.