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La questione è dibattuta da sempre e da molti, tipo Antonio Socci, vicedirettore di Rai2 e direttore della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia, uno che pensa sia una misura antisismica pregare forte la Madonna.
Che i terremoti siano un segno che Dio è incazzato con una grossa fetta di popolazione è una teoria che, benché bislacca e da annoverare tra le psicopatie, trova continuamente adepti. Poteva sottrarsi il devastante terremoto del 1908? No che non poteva. E infatti attorno al sisma che ha colpito Messina e Reggio, uccidendo un centinaio di migliaia di persone, sono sorte negli anni parecchie storie. Una delle quali alimentata da uno che a Messina gode anche di una certa stima e considerazione
“Senza mezzi termini, senza reticenze e timori, io vi dico, o miei concittadini, che Messina è sotto la minaccia dei castighi di Dio: essa non è meno colpevole di tante altre città del mondo che sono state distrutte dal fuoco o dalle guerre o dai terremoti: deve dunque aspettarsi da un momento all’altro di subire anch’essa la stessa sorte“. Sono le parole di Annibale Maria di Francia, oggi santo, così come le riporta Roberto de Mattei nel suo libro Il mistero del Male e i castighi di Dio (Fede & Cultura, 2011), datandole addirittura il 16 novembre 1905.
E non era il solo, Annibale. “San Luigi Orione, suo amico che era venuto a trovarlo a Messina, era convinto che il terremoto fosse stato un castigo divino“, racconta De Mattei.
Quali sono i peccati che avrebbero fatto saltare la mosca al naso a Dio? “Omicidi, furti, usura, cattiva stampa, insegnamento ateo, superstizioni, spiritismo e così via“, riporta il sito lucechesorge.org di Isidoro D’Anna. In Vaticano, a questo punto, a qualcuno stanno fischiando le orecchie.
E per sgomberare il campo da qualsiasi equivoci, il sito Radici Cristiane (combinazione diretto dallo stesso De Mattei) spiega che “quanto affermato un secolo fa a proposito del terremoto che distrusse Messina è valido ancor oggi e nulla ha a che fare con le supposizioni circa lo “squilibrio elettrico”, gli influssi della luna o le correnti di venti in caverne sotterranee”.
A testimonianza del fatto che la vicenda scatena la creatività, c’è anche una teoria, molto più sensata, secondo la quale… siamo tutti figli del terremoto del 1908. Geneticamente parlando. Perché, ad un certo punto a qualcuno è venuto in mente di studiare il dna dei messinesi (e dei reggini), e ne è venuto fuori che non è esattamente normale, diciamo. È mutato. Tipo quello degli X Men.
La mutazione nel Dna degli abitanti dell’area dello Stretto è stata scoperta da due ricercatori della Banca del cordone ombelicale di Sciacca, l’ematologo Calogero Ciaccio e la biologa Michela Gesù (coincidenza? Noi non crediamo!!!1!11!!) e la cosa ha suscitato l’interesse di Maurizio Tosi, ordinario dell’Università di Bologna, che nel progetto di ricerca ha coinvolto anche l’università La Sapienza e il Museo nazionale preistorico di Roma. L’ipotesi dalla quale partono i ricercatori di Sciacca è che a modificare la distribuzione di una componente del Dna (l’allele Dr11) dei siciliani e dei calabresi potrebbe essere stato il radon, un gas dell’uranio presente in alcune rocce che viene emesso dal sottosuolo prima e durante le scosse sismiche. A riprova di ciò, anche l’elevatissima concentrazione del radon presente nello Stretto, area che nei secoli è stata devastata dai terremoti: ben 24 mila bq (l’unità di misura della radioattività che ha sostituito il curie nel sistema internazionale) per metro cubo, contro gli appena 400 bq rilevati a Trapani o a Catanzaro, secondo quanto comunicato ai ricercatori dall’Istituto di geofisica e vulcanologia.
Il tutto senza scomodare Dio.
Storia, mito e leggenda si….ma plasmate da eventi sismici catastrofici purtroppo certi e ciclici di cui occorre prendere sempre piu coscienza. Comportarsi conseguentemente in tempo di pace è un impegno di tutti.