MESSINA. Da oggi a mezzanotte, è in vigore, a norma del decreto della presidenza del consiglio dei ministri, il divieto di spostarsi da un comune all’altro, salvo che per motivi di lavoro, di salute o di estrema urgenza: lo stesso divieto contenuto nel primo decreto “blocca Italia”, quello dell’8 marzo. Il decreto di oggi impone una misura in più, e cioè che non è consentito più nemmeno il rientro a casa, residenza o domicilio: chi si trova in un comune, qualunque sia il motivo, lì deve restare.

Eppure, per tutta la giornata di ieri, la Caronte ha trasportato auto a centinaia verso Messina e la Sicilia, in barba ai divieti già esistenti nel decreto, ma anche nell’ordinanza del presidente della regione Siciliana Nello Musumeci, secondo la quale gli unici ammessi sul suolo cittadino dovrebbero essere gli appartenenti alle Forze dell’Ordine e alle Forze Armate, gli operatori sanitari pubblici e privati, i lavoratori pendolari, quanti dimostrano comprovate esigenze di lavoro, per gravi motivi di salute e chi si trova in situazioni di necessità.

Nove giorni fa, in occasione dell’ultimo “esodo”, a Messina l’assessore alla Salute Ruggero Razza aveva spiegato che ai passeggeri in arrivo a Messina sarebbero state richieste le autocertificazioni e fatti i controlli con i termoscanner per verificare la presenza di eventuale febbre, con un presidio della Forestale a sovrintendere alle operazioni. Era stata prevista, giorni prima, la presenza di una postazione della Protezione civile. Eppure, ieri non si è visto niente di tutto questo.

I divieti, quindi, c’erano. Eppure non sono stati fatti rispettare, né a Villa san Giovanni né a Messina. Nessuno a controllare se fossero spostamenti di lavoro o di salute, nessuno a valutare se ci fosse emergenza, nessuno a chiedere se si trattasse di ritorno a casa, o al domicilio, o alla residenza, e da cosa fosse motivato.

Da giorni si discute se schierare l’esercito a presidio delle strade, quando ieri non c’era nemmeno il minimo indispensabile, in termini di pattuglie che normalmente possono svolgere il servizio, ad assicurare il rispetto dei divieti. La Municipale, la Stradale, i Carabinieri, ogni giorno sanzionano decine di messinesi che si mettono in auto senza motivo, ma ieri alla rada San Francesco, che ieri per tutta la giornata ha visto scaricare e transitare auto a centinaia, non c’era nessuno, “solo controlli di routine”, senza specificare quali, come spiegano dalla Polizia municipale. Come mai?

Oggi, il sindaco Cateno De Luca ha annunciato che sta “preparando una diffida contro il Governo nazionale, il Prefetto di Messina, di Reggio Calabria e dei Questori: voglio capire che cosa è successo stanotte. Voglio la prova e il riscontro dei controlli fatti e li voglio entro stasera”. Potrebbe iniziare col chiedere spiegazioni a se stesso per i controlli di competenza comunale, per esempio.

“Stasera, a costo di farmi arrestare per l’ennesima volta, non permetterò altri vergognosi esodi. Inoltre, farò un’ordinanza per bloccare il transito selvaggio delle persone sullo Stretto, in ottemperanza al decreto emanato ieri dai ministri Roberto Speranza e Luciana Lamorgese. Chi dovrà passare lo deve comunicare almeno 2 ore prima, per permettere i controlli e decidere se può transitare o stare fuori dalla Sicilia”, ha aggiunto.

 

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