18:14 Abbiamo scherzato. Visto l’impegno istituzionale del Sindaco la seduta è rinviata a mercoledì 22 gennaio alle 15. Clima surreale in Aula, ci saranno due giorni per appianare le divergenze. Si accettano scommesse.
Non si capisce come mai, dato che l’impegno del sindaco Cateno De luca era programmato, sia stata fissata la seduta proprio oggi, e perchè non si sia potuto attendere un’ora. Interrogativi (ai quali abbiamo risposta, ma la teniamo per noi), che saranno sciolti tra due giorni.
L’emblema di questa ennesima surreale giornata è in un post di Salvatore Sorbello diretto a De Luca.
Nel frattempo la diretta di LetteraEmme termina qui.
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18.05. Il consiglio comunale, oggi, sembra composto da trenta Spartaco, che al sindaco non paiono disposti a perdonargliene nemmeno mezza. Salvatore Sorbello, per esempio, dichiara erga omnes che non intendono attendere che il sindaco Cateno De Luca ritorni dai suoi impegni, “altro che ora di sospensione”. Il video
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17.55. Arriva la ferale notizia. Allargando le braccia, De Luca chiede la sospensione di un’ora per impegni precedentemente presi in qualità di sindaco della città metropolitana. Claudio Cardile accorda, la nostra fede (e la speranza di terminare la giornata come le persone normali in orari civili) inizia a vacillare
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17.50. Fusco continua, con eloquio calmo e tranquillo, non esattamente trascinante, ma pesante come un macigno. Poi cita il Sole 24 Ore, “che non è proprio la sua pagina Facebook, che dimostra come la città sia peggio di come l’abbia ereditata”. L’intervento è molto duro e molti dei consiglieri in Aula non gradiscono, a partire da Salvatore Sorbello (Ora Sicilia), che esce momentaneamente dall’aula.
Battibecco con il presidente Claudio Cardile, che oggi è intenzionato a prendersi tutte le questioni che ha sotterrato in nome della terzietà per un anno e mezzo.
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17.40. Giuseppe Fusco, del Movimento 5 stelle, calca le cicche: “La democrazia è un optional in questo consiglio comunale. La proposta del cambio di passo è totalmente irricevibile”.
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17.35. Non dovremmo scriverlo, e sicuramente non in questi termini, ma vi assicuriamo che non ci sono altri modi di descrivere la situazione. Per lo stupore, nei banchi dei giornalisti, a quelli di sesso maschile i testicoli si sono pesantemente calamitati al pavimento, perchè pallottoliere alla mano, in questo momento De Luca dovrebbe dare le dimissioni per bocciatura del documento. Questo messaggio si autodistruggerà tra cinque minuti.
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17.30. Colpo di scena: “Tutto quanto ho appena detto valeva prima della lettera di ieri. Definirci tonti, morti di fame è la goccia che fa traboccare il vaso“, annuncia con noncuranza La Tona sganciando un ordigno nucleare con un aplomb british. “Non si può chiedere al cane che continuamente bastoni di leccarti anche le mani”.
E Sicilia Futura abbandona l’aula. Aria di catastrofe imminente, con i più improbabili dei barricaderi a suonare la carica.
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17.22. A compensare le urla di De Luca in chiusura di discorso, ci pensa l’intervento pacato di Pietro La Tona: «Non ci sembra che lei sia stato davvero disposto a confrontarsi realmente con il consiglio. Proporrà il suo ordine del giorno, se non verrà accettato amen».
In due parole, Sicilia Futura dichiara che l’intergruppo non deve essere unilaterale, le modifiche al regolamento di consiglio comunale proposte dal sindaco sono esclusiva competenza del consiglio comunale, le cento delibere della “cambio di passo” andranno valutate caso per caso. “Se la “cambio di passo” è una “fiducia”, la risposta di Sicilia Futura è convintamente “No”. non si può chiedere fiducia politica a chi non è disposto a darla!”, è la coltellata finale.
La Tona, tra l’altro, diventa sempre più eclettico: alla ormai tradizionale citazione classica (Cicerone che si rivolge a Catilina), affianca quella ultra pop di “Amici” di Maria De Filippi.
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17.15. Altro spiegone. Ma insomma, ‘sta “cambio di passo” che cos’è? (prendete fiato e leggete, o cliccate qui).
Sostanzialmente si tratta di cento delibere che il sindaco ha intenzione di presentare durante l’anno, ma che prima dovranno essere approvate dal consiglio comunale, suddivise tra quelle necessarie al completamento del SalvaMessina (eminentemente finanziarie), urgenti, “opportune” e di pianificazione strategica, da prendere il blocco, altrimenti saranno dimissioni.
Tra le più importanti: A gennaio la modifica al regolamento del consiglio comunale e la revisione degli ambiti di risanamento, e per la quarta volta si riproverà ad uscire da Taoarte. A febbraio i previsionali di Arisme e Messina Social City. A Marzo il consuntivo 2019, il nuovo regolamento di Polizia Municipale, il piano urbano del traffico e l’approvazione del piano finanziario Tari. Ad aprile l’applicazione dell’avanzo di amministrazione, il nuovo regolamento del Palacultura, il piano di utilizzo del demanio marittimo e la costituzione della fondazione di promozione culturale e turistica “Zancle”. A Maggio si riposa, più o meno. A giugno si riprende di gran carriera, con l’acquisto dell’area ex torri Morandi di Faro, della ex Città del ragazzo di Gravitelli e dell’Ipab di via XXIV maggio. A luglio il documento unico di programmazione 2021-2023, il Piau (Piano innovativo in ambito urbano) e il piano strategico per l’area dello Stretto. Ad agosto ferie: solo l’acquisto delle case in cui dimorarono Giovanni Pascoli e Antonello da Messina. A settembre il bilancio consolidato 2019 ed il piano strategico urbano. Ad ottobre il censimento dei beni immobili da destinare alla valorizzazione con la Patrimonio Spa. A novembre il pienone: previsionale 2021-2023, variazione di bilancio 2019-2021, ricognizione delle partecipate. A dicembre si chiude l’anno con l’approvazione dello schema di massima del piano regolatore generale e del piano commerciale.
Ok, potete respirare.
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17:12 L’intervento del sindaco prosegue ancora per qualche minuto e si conclude con uno sfogo furioso, con tanto di applausi dal loggione. «Io non mi chiamo Accorinti. Se non andate al mio passo torno a fare quello che facevo prima»
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17.10. Claudio Cardile (presidente del consiglio): “Sindaco, a concludere”
Cateno De Luca (sindaco): “Presidente, mi conceda l’iva”.
Gaetano Gennaro (Consigliere comunale del Pd): “L’iva è al 22%, non è un po’ troppo?”.
Tutto molto bello.
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17.00. Iniziamo con gli spiegoni: cosa lamenta esattamente Cateno De Luca? Che dopo un anno in cui il consiglio comunale è stato sostanzialmente compatto nel votare senza problemi le delibere proposte dall’amministrazione, nell’ultimo mese qualche delibera è stata bocciata da un gruppo sempre più riottoso e numeroso di consiglieri.
E’ vero? Non è vero? Parzialmente. In realtà, l’unica delibera di peso politico ad essere stata bocciata dall’aula è stata la delibera di fuoriuscita da Taormina Arte. Il resto, o sono state “ripicche” politiche, o voti su delibere senza alcun reale peso o conseguenza, o ancora bocciature che sono diventate “sì” tre giorni dopo, alla riproposizione delle delibere. Lo schema chiarisce meglio.
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16.55. “Chi ha votato sì al Salva Messina non ha motivi politici per votare no alla “cambio di passo”, dati anche i risultati ottenuti: questo, in due parole, il pensiero di De Luca sull’argomento. “Spieghi allora quali sono le reali motivazioni”, li inchioda. Poi l’autocritica: “Il carattere stronzo del sindaco non è in discussione”
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16.50. Nota che può sembrare di colore, ma che ha invece grossa valenza politica: De Luca è solo, mentre in ogni altra occasione era accompagnato da tutti i suoi assessori, muti e immobili per ore e ore.
E’ l’immagine di un sindaco che si presenta davanti all’aula solo contro tutti. In realtà non è così (anzi), ma l’iconografia conta.
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16.47. Dopo le carezze, De Luca inizia con le tumpulate. Il tono di voce si alza, lo sguardo si fa arcigno, e inizia a snocciolare i risultati economici raggiunti dalla sua amministrazione nell’anno e mezzo. Tutta materia che i consiglieri già conoscono, perchè riportate in una mezza dozzina di documenti amministrativi (e infatti i 29 in aula non sono esattamente attentissimi), ma repetita iuvant
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16.40. nel frattempo, breve siparietto tra il consigliere del Movimento 5 stelle Giuseppe Fusco ed il presidente del consiglio Claudio Cardile, oggi in piena forma e particolarmente audace. “Io posso perchè sono il presidente“, ha tuonato dal suo microfono all’indirizzo di Fusco che chiedeva spiegazioni sulle pregiudiziali e su chi potesse e non potesse proporle.
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16.37. “La lettera alla regina/Salva Messina/Salva Messina”. L’inizio di De Luca, con citazione di padre Annibale Maria di Francia (già citato nel Salva Messina, un anno e mezzo fa), fa a pezzi i patti lateranensi e pone le basi per l’istituzione di una teocrazia. Se continua così, il consiglio comunale corre il concreto rischio che alle prossime elezioni invece del sindaco sia eletto un ayatollah
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16:21. La seduta riprende dopo un paio di minuti con il riconteggio dei presenti. A intervenire è nuovamente Massimo Rizzo, che si rivolge a Vaccarino, chiedendo che la trattazione della mozione proposta dal collega venga rinviare al termine del dibattito. C’è l’ok di Vaccarino. Poi la parola passa al sindaco, che intende chiarire alcune sfumature, relative al Salva Messina, “un documento dell’identica natura” e al suo rapporto con il consiglio: «Ho fatto carezze a tutti e ho dato qualche scappellotto, come li ho ricevuti. Non nascerà mai il gruppo del sindaco e non ho mai cercato di “irretire” alcun consigliere: l’ho detto dall’inizio e lo confermo 18 mesi dopo», è la sintesi dell’intervento. Poi si parla di aspetti tecnico-contabili e della prospettiva di uscire dal piano di riequilibrio, prima di tornare a discutere nuovamente dei rapporti, spesso molto conflittuali, fra le parti: «Finora, nelle mie esperienze, ho sempre svolto il mio lavoro da sindaco con una maggioranza», prosegue il primo cittadino, che chiama in causa Andrea Argento, uno dei consiglieri con i quali si è scontrato già volte: le sue stanze, in sostanza, sono state sempre aperte a tutti, anche ai consiglieri con i quali si è scontrato maggiormente. «La mia maggioranza siete tutti voi», conclude.
L’Aula nel frattempo si è riempita: fra i presenti numerosi esponenti delle partecipate e l’ex consigliere Daniele Zuccarello.
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16.10. “A chi serve spaccare i gruppi politici? La città comprenderebbe le sue dimissioni?”, chiede Vaccarino nel suo lungo intervento, in cui apre uno spiraglio al voto favorevole, seppure condizionato a una lunga serie di “se e di ma”, di quelli ai quali De Luca ha sempre dimostrato una certa allergia.
Poi il cappello finale. “Da buon cristiano tenda la mano“. Due citazioni religiose in altrettanti interventi dall’inizio della seduta. La separazione tra stato e chiesa inizia a vacillare.
Nel frattempo arriva la prima sospensione. E nemmeno si è iniziata a discutere la delibera…
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16.08. Altra “pregiudiziale” prima della discussione: Benedetto Vaccarino, capogruppo di Forza Italia, parla anche a nome di Ora Messina e Ora Sicilia, in pratica i gruppi che fanno capo al deputato regionale Luigi Genovese. “Non condividiamo il messaggio del sindaco di assoggettamento dei nostri consiglieri”.
Poi entra nel tecnico, e chiede spiegazioni sulla scomparsa dei debiti di MessinAmbiente e Atm dal piano di riequilibrio, e vuole un parere tecnico contabile su quanto è contenuto nella “cambio di passo”. E’ la prima volta che Vaccarino, consigliere al terzo mandato e per due volte il più votato, prende la parola da stratega politico.
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16.04. Secondo De Luca, le sue affermazioni vanno contestualizzate: queste.” Invece, i recenti comportamenti e le prese di posizione di alcuni consiglieri comunali, hanno dato, a chi ci osserva fuori dal Palazzo, la parvenza che il concetto di “bene comune” ormai non è più di moda e pertanto, essere nelle istituzioni ed essere istituzioni significherebbe principalmente massimizzare il proprio “profitto personale”, come ad esempio: campare con quella misera indennità mensile; arrotondare le entrate familiari con più gettoni di presenza possibili; approfittare dei permessi retribuiti per lavorare meno possibile; crearsi l’immagine del bastian contrario per tentare di essere eletto in qualche parlamento con il sostegno della congrega politica della quale si è ad esclusivo servizio; essere servili a certe lobby di varia natura che danno da mangiare nell’ambito dell’attività libero – professionale”, testuale)
“Si riferiscono a come abbiamo finito l’anno rispetto a come l’abbiamo iniziato“, spiega il sindaco, riferendosi alla bocciatura di una delibera.
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16.02. “Prende la parola il sindaco Cateno De Luca. Sarà il primo di numerosi interventi. E parte citando il vangelo secondo Giovanni: “Tu lo dici”. Ribadiamo, se non fossimo stati ancora chiari: sarà una luuuunga serata.
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16.01. Che la serata sarà lunga lo testimonia, pronti via, l’intervento in pregiudiziale di Massimo Rizzo (LiberaMe), che legge un passo della lettera aperta di Cateno De Luca di sabato sera, indirizzata ai consiglieri, nella parte in cui sostanzialmente dice loro di tenere un po’ troppo al gettone di presenza.
“Il sindaco chiarisca la portata di queste affermazioni, non mi va di essere coinvolto, è bene da subito sgomberare il campo dagli equivoci che potrebbero inquinare il dibattito”. Il guanto di sfida è lanciato.
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16.00. Inizia la seduta di consiglio comunale sull’ordine del giorno “Cambio di passo”, la piattaforma programmatica sul voto della quale il sindaco Cateno De Luca deciderà se continuare la sua avventura amministrativa alla guida del comune di Messina, o se si dimetterà (a marzo) per andare ad elezioni a maggio.
La situazione, in breve: trentadue consiglieri comunali, maggioranza a diciassette, posizioni molto fluide. Il Movimento 5 stelle ha praticamente perso almeno un paio di esponenti, il Pd è incerto sulle singole posizioni, tra intransigenza e apertura, LiberaMe è almeno per metà schierata col sindaco, la Lega ha dichiarato che non intende votare la piattaforma, Sicilia Futura fino a ieri a mezzogiorno sembrava col sindaco, poi un comunicato del leader Beppe Picciolo ha confuso le acque, Forza Italia è frantumata: il deputato regionale Luigi Genovese da una settimana è diventato il più acerrimo contestatore di De Luca, e il suo gruppo sembrerebbe (condizionale d’obbligo) piuttosto compatto: il resto del centrodestra andrà “a sentimento”.
Si prevedono ampie strategie d’aula, fra cui “uscite” prima del voto per poter mantenere il numero legale, e “transumanze” varie. Sarà una lunga serata.