MESSINA. Convocata la conferenza stampa di presentazione della “Scuola Savio 4.0”, presso lo storico istituto sito in via Lenzi 24, nel corso della quale è stato presentato il nuovo progetto che coinvolgerà gli studenti della scuola.
Ad aprire i lavori è stato Don Gianni Russo, direttore della casa salesiana: “Portando avanti la pedagogia di Don Bosco vogliamo formare cittadini capaci di affrontare la vita pubblica. Contiamo quindi sul nostro “sistema preventivo“ che ha avuto successo in tutto il mondo, una pedagogia basata sul rispetto dei giovani. Perché le loro abilità personali possano emergere e migliorare anche la società in cui viviamo, con il lavoro e con la loro capacità relazionale.”
“Ciò che costruiamo oggi è molto importante. Con particolare attenzione all’ambito linguistico. Ecco il perché della scelta del bilinguismo – continua a spiegare Don Gianni Russo – Viviamo in società sempre più plurali ed in un mondo che sembra quasi essere più piccolo. Ed insieme al bilinguismo abbiamo voluto che i nostri ragazzi si confrontino con l’innovazione tecnologica. Per questo stanno lavorando al progetto due agenzie formative che godono di una eccellente stima in ambito imprenditoriale: la Ids&Unitelm e JM English School”.
Dopo le novità, anticipate da Don Gianni Russo, interviene anche Don Umberto Romeo, preside della Scuola e moderatore della Conferenza Stampa: “Questo è un progetto di rinnovamento didattico, educativo, spirituale e gestionale. Che passa attraverso la realizzazione di più di un sogno. Tra questi, ricordo che noi salesiani abbiamo la fortuna di avere tante scuole nel mondo. Ed uno dei nostri sogni è quello di dare presto la possibilità ai nostri alunni di potervi soggiornare durante le vacanze”.
“Un nuovo sogno che si avvera, per guidare i giovani del Savio verso il futuro, seguendo i valori salesiani – ha invece esordito Nino Caselli, ideatore e coordinatore del progetto – Insieme ad altri ex allievi del Savio, abbiamo deciso di investire tempo e risorse utili al rilancio dell’istituto che è stato, per generazioni di messinesi, luogo di formazione culturale, spirituale e sociale. Protagonisti saranno, come detto da Don Gianni, bilinguismo e tecnologia. Per una didattica al passo con i tempi, in cui progettualità e creatività cammineranno fianco a fianco”.
Caselli ha poi ceduto la parola a Carmelo Floridia, intervenuto in rappresentanza di Michele Sturniolo, amministratore della Ids.unitelm: “La nostra azienda ha sede a Messina ma opera su tutto il territorio nazionale nel campo delle nuove tecnologie. Tra gli enti che supportiamo con le nostre competenze ci sono la Conferenza Episcopale Italiana, gli organismi collegati, l’Università salesiana e il Vaticano. Siamo felici di poter fornire la nostra esperienza per contribuire al percorso educativo dei ragazzi. Ma non solo. Vorremmo fornire anche a genitori ed insegnanti gli strumenti per stare al fianco dei ragazzi in modo adeguato”.
Oggi, dopo un passaggio tra la gestione diretta dei Salesiani ed una cooperativa, Caselli e gli altri imprenditori promotori del progetto si sono coinvolti in prima persona, attraverso un nuovo approccio manageriale. L’iniziativa che, come chiariscono i rappresentanti del Savio, non è di natura imprenditoriale, nasce dal desiderio di migliorare e far crescere una scuola che vuole essere protagonista di eccellenza per tutti i giovani che la frequenteranno e che potranno essere formati attraverso tecnologie e strumenti più che al passo con i tempi.
Tra le più importanti novità, nell’anno scolastico 2020/2021, Caselli annuncia la riapertura della scuola secondaria di primo grado. Per il futuro non esclude persino l’apertura della scuola secondaria di secondo grado.
“In una società dove il pensare al bene comune e non all’interesse del singolo è quasi assurdo, noi ripartiamo dal gruppo e dal modus operandi salesiano – conclude Caselli – I bambini sono il nostro futuro e gli alunni del Savio, giocando nell’ampio cortile e frequentando le attività scolastiche, avranno modo di vivere l’aggregazione più sana, avranno sempre modo di sentirsi a casa, in famiglia. Del resto, noi ex allievi, nonostante gli anni in cui scorazzavamo in questi cortili siano lontani, ci sentiamo ancora parte di questo luogo. Per questo confidiamo nella forza salesiana e della città madre di tanti ex allievi e siamo certi che questa scuola possa essere per tutti il miglior modo per prepararsi alla vita”.