MESSINA. I commissari liquidatori di Atm Pietro Picciolo, Roberto Aquila Calabrò e Fabrizio Gemelli hanno presentato l’equivalente di una istanza di fallimento per l’Atm (che essendo azienda speciale non è soggette a procedure fallimentari). Ne dà notizia il sindaco Cateno De Luca, postando la “richiesta per la dichiarazione di liquidazione coatta amministrativa” che i tre commissari hanno inoltrato alla regione Siciliana ed ai dipartimenti alle Attività produttive e ai Trasposti.
Secondo De Luca, che stasera ha annunciato che “svelerà i retroscena e le conseguenze gestionali e politiche di questa squallida ed inquinante vicenda”, la liquidazione coatta dell’Atm sarebbe da imputare al voto d’aula di ieri sera: “a seguito del contenuto del dibattito e del consequenziale voto d’aula (con la bocciatura del piano di liquidazione, ndr), i commissari liquidatori mi hanno anticipato che non avrebbero più portato avanti il piano di liquidazione sentendosi sfiduciati ed aggrediti dal consiglio comunale.
“I commissari liquidatori stante le osservazioni critiche formulate dai consiglieri astenuti e dalle relative dichiarazioni di voto ritengono che non sussistano la condizione per procedere con il supporto dell’Ente Comunale ad una adeguata attività liquidatoria e fanno presente quanto segue”.
“Dalla disamina della situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’azienda cosìcome specificato nel piano di liquidazione esitato sfavorevolmente dal Consiglio Comunale, emerge che sussistono i presupposti soggettivi ed oggettivi per la dichiarazione di liquidazione coatta amministrativa dell’azienda speciale Atm in liquidazione volontaria; infatti l’Azienda trasporti è azienda speciale del Comune di Messina e, quale Ente strumentale, pur non essendo soggetta alle procedure fallimentari è soggetta, ricorrendone i presupposti, alla liquidazione coatta amministrativa”.
“In ordine ai presupposti oggettivi si fa rilevare che come emerge nella relazione al piano di liquidazione l’attuale situazione è stata determinata da gravi irregolarità nella gestione e nella amministrazione, nonché da gravi e reiterate violazioni di norme di legge e/o regolamentari e comunque di disposizioni dettate nel pubblico interesse ed inoltre, non principalmente per tali cause nonché per l’inadeguatezza dei fondi messi a disposizione nell’esercizio dell’attività, la detta azienda verte in uno stato di insanabile insolvenza”.
“La dichiarazione di liquidazione coatta amministrativa oltre che per la presenza dei suindicati presupposti si rende particolarmente urgente in quanto non è ipotizzabile procedere ad una liquidazione volontaria in assenza del supporto dell’Ente Comunale, assenza conclamata dalla disapprovazione del piano di liquidazione. Inoltre, la non condivisione dell’operato dei liquidatori manifestata anche con esposti e ricorsi giudiziari da alcune sigle sindacali, a prescindere dalla loro valutazione e nel rispetto della loro ed eventuale fondatezza, alterano la sensibilità del sistema. In particolare, si prende atto che nonostante la disponibilità dell’Azienda ad agevolare anche a mezzo di programmati tavoli tecnici con i sindacati non si è avuta la piena disponibilità in tal senso, con conseguente ed inevitabile impossibilità di procedere per come si era previsto per evitare la mera cessazione dei rapporti di lavoro in conseguenza della cessazione del servizio. Peraltro, ciò ha comportato anche l’allarme per il sistema bancario e l’aggressione con procedure esecutive individuali dei creditori le quali, inevitabilmente, rischiano di alterare la par condicio creditorum non consentendo inoltre ai liquidatori di avviare tentativi di definizione stragiudiziale e di composizione bonaria con il ceto creditorio”.
“Per quanto sopra vista la imminente scadenza dell’esercizio provvisorio cui conseguirà tra l’altro la cessazione di tutti i rapporti di lavoro nonché il mancato conseguimento dei corrispettivi, si rende necessario provvedere con tempestività alla dichiarazione di liquidazione coatta amministrativa al fine di evitare l’alterazione dei criteri di liquidazione e la conseguente dispersione dell’attuale residuo attivo”