MESSINA. Dopo il presidente del consiglio Claudio Cardile e i consiglieri del Pd, a prendere posizione sulla questione Atm è anche il gruppo consiliare del M5s, che rispedisce le accuse al mittente dopo le recenti dichiarazioni del sindaco Cateno De Luca, che aveva puntato il dito contro il civico consesso e i sindacati (con la conseguente proclamazione dello sciopero da parte di Filt Cgil e UIltrasporti).
«Fare giochetti politici sulla pelle dei lavoratori è inaccettabile, e lo è ancora più quando si mente sapendo di mentire – scrivono i pentastellati – Per l’ennesima volta, pur di ottenere ciò che vuole, il sindaco Cateno De Luca cerca di mettere il consiglio comunale con le spalle al muro, utilizzando la stessa strategia portata avanti con il SalvaMessina e mistificando la realtà, che è ben diversa da quella raccontata sui social del primo cittadino, fra ricostruzioni posticce, meriti altrui spacciati per propri e le solite invettive acchiappa like. A differenza di allora, quando fummo gli unici ad opporci in Aula, ci auguriamo che adesso anche i nostri colleghi abbiano capito il “disegno” di De Luca e il suo tentativo di delegittimare il ruolo del consiglio con un copione già visto (attendiamo a breve una nuova “minaccia” di dimissioni)».
«Sarà il civico consesso – proseguono – a stabilire i tempi della liquidazione, come sancito dallo statuto aziendale, ma solo dopo aver valutato con coscienza atto per atto, nell’interesse dei dipendenti e di tutta la città. Se centinaia di lavoratori rischiano di non percepire lo stipendio di dicembre e la tredicesima, le uniche responsabilità sono di chi ha tergiversato per mesi per ragioni che vanno chiarite al più presto: le date, gli atti e i fatti (già illustrati nei giorni scorsi dai nostri colleghi) parlano chiaro, senza timore di smentita. Affermare il contrario, negando l’evidenza, è una chiara dichiarazione d’intenti e una dimostrazione lampante (se mai se ne sentisse il bisogno) delle tante “false verità” dell’Amministrazione», concludono, ribadendo la necessità di fare finalmente chiarezza sui numeri, anche con l’intervento di una società esterna per certificare l’effettiva massa debitoria.