MESSINA. «Il sindaco non deve fare due cose: non deve esautorare le prerogative e le responsabilità del consiglio; non deve continuare a dire bugie». È il durissimo attacco che Antonella Russo, consigliera comunale del Pd, sferra all’indirizzo di Cateno De Luca per la vicenda Atm nel corso di una conferenza stampa per mettere i puntini sulle “i” sul mancato pagamento di stipendi e tredicesima ai dipendenti dell’azienda trasporti, circostanza per la quale il sindaco ha incolpato il consiglio comunale e i sindacati (con la conseguente proclamazione dello sciopero da parte di Filt Cgil e UIltrasporti). A voler fare chiarezza sulle situazione dell’azienda speciale (in merito soprattutto alla liquidazione della stessa) sono i consiglieri di centrosinistra Gaetano Gennaro, Antonella Russo, Alessandro Russo, Felice Calabrò e Libero Gioveni, che ripercorrono cronologicamente le tappe della vicenda, rispedendo le accuse al mittente.
In breve, il Partito democratico rinfaccia al sindaco un uso propagandistico di emergenze create dalla stessa Amministrazione e il mancato rispetto delle date necessarie ad esaminare i documenti che il consiglio deve approvare.
A menare fendenti all’indirizzo dell’amministrazione ha iniziato Felice Calabrò: «Il sindaco e e il commissario liquidatore Pietro Picciolo sostengono che il ritardo nella trattazione della delibera di liquidazione determinerà il mancato pagamento. Ebbene, il consiglio non c’entra nulla – tuona Calabrò – I liquidatori riformulano il piano di liquidazione e lo mandano il 21 novembre. Venerdì 29 novembre arriva la proposta di delibera, che è l’atto su cui il consiglio comunale si può esprimere, e viene mandata ai revisori dei conti del comune di Messina, ma Picciolo e il sindaco sostengono che dovevamo pronunciarci entro il 30 novembre. Non è che una strategia, per farsi che sì che la delibera si voti a scatola chiusa».
Ancora più pesante Antonella Russo, che attacca a testa bassa: «La liquidazione di Atm porta la data del 23 novembre del 2018, quando è stata votata dal consiglio comunale. Poi per mesi non abbiamo avuto più notizie. Addirittura, siamo stati noi del Pd a marzo a presentare una delibera in merito. Per nominare i commissari l’amministrazione ci ha messo 8 mesi. Poi, tra esposti alla procura e scambi di accuse tra governance e revisori, oltre a numeri che non combaciano, abbiamo assistito a tutto e di più. Quello che è certo è che del piano di liquidazione fino a poco fa non c’era traccia: il sindaco stesso ci ha chiesto due mesi in più, quindi non si può permettere di dire che noi ritardiamo: è una bugia plateale. Se non ci sono i pareri, in mancanza di una delibera, noi non lo possiamo votare. Il sindaco questo lo sa bene».
Poi entra nello specifico sulla vicenda del pignoramento di Equitalia di 8 milioni: «Le cartelle non arrivano all’improvviso, sono note già da prima, i liquidatori non lo sapevano? Picciolo si è adeguato al ruolo: fa una nota angosciante dicendo “abbiamo corso inutilmente”. Tu non hai corso, non hai nemmeno camminato».
Quindi la conclusione al veleno: «L’ex presidente Pippo Campagna accusava Gaetano Cacciola e Giovanni Foti (ex assessore ai Trasporti e presidente Atm, ndr) di non aver pagato le cartelle, loro stanno facendo lo stesso: ma almeno prima gli autobus circolavano. La verità è che l’amministrazione da mesi fa terrorismo psicologico: creare angoscia, fretta e prospettive di catastrofe, così noi muti e zitti siamo costretti a votare».
Sulla discrasie sui numeri si esprime Libero Gioveni: «Avevamo proposto, durante la discussione del SalvaMessina un anno fa, di affidare a terzi il conteggio della reale massa debitoria, sulla quale c’è una guerra di numeri : 80 milioni, 30 milioni… Qual è la vera verità?».
Secondo Alessandro Russo, invece, “l’emergenza è una prosecuzione della strategia mediatica. Offrire alla città un quadro di disastro, come per il Salva Messina. L’anno scorso abbiamo accelerato certi passaggi, oggi no. Basta clima di pressione, vuole metterci contro i lavoratori, indicando una strada obbligata. Vuole accelerare la decisione, ma dobbiamo valutare atto per atto».
Stessa lettura dei fatti da parte di Gaetano Gennaro: «De Luca vuole governare questa città attraverso l’utilizzo spinto delle partecipate», conclude, lanciando il suo sospetto: «Già immagina qualche altra partecipata».