MESSINA. Trentatreesima puntata (Qui le altre puntate) della rubrica che spiegherà ai messinesi perché il rione, il quartiere o la via in cui vivono si chiama come si chiama: un tuffo nel passato della città alla ricerca di radici linguistiche, storiche, sociali e culturali, che racconta chi siamo oggi e perché.
GRAVITELLI. Rione; contrade ai lati del torrente Portalegni, dal viale Italia, salendo per la via Pietro Castelli fino alla chiesa di Santa Maria della Consolazione.
Gravitelli è il nome della contrada che si estende nella parte alta del torrente Portalegni, lungo la via Pietro Castelli. È Placido Samperi, nell’Iconologia (1644), che spiega il significato del nome di luogo: “Madonna delle Gravidelle così detta per l’universale divotione delle Donne gravide e partorienti”. Lo storico gesuita spiega più avanti che “Descendendo dalla Rocca di Castellaccio verso la parte Occidentale vi è l’antico famoso oratorio e miracolosa Imagine della Madonna, sotto il titolo delle Gravidelle che dà il nome a tutta questa Contrada […]. Le donne soprattutto nelle loro gravidanze ò nella difficoltà de’ loro parti haveano singolar ricorso à questa sacra Imagine, che però dagli antichi Messinesi se le diede il titolo delle Gravidelle, e specialmente quelle Donne facevano i viaggi à questo Tempio, le quali non avevano mai sperimentato altro parto”. Il nome di luogo deriva pertanto dal titolo devozionale mariano che nella sua forma ipocoristica svela una speciale protezione della Madonna per le donne particolarmente giovani e alla prima gravidanza, alle primipare.
Fin qui la convincente spiegazione dello storico nome di luogo messinese tramandata dal dotto storico gesuita e accolta dalla storiografia locale. Ma il Dizionario Onomastico della Sicilia riporta curiosamente una ulteriore etimologia: “Gravitelli top. IGM 254 IV S.O., forse è forma corrotta da Gavitelli, dal pl. di sic. Gàvitu «quella parte del pascolo che viene riservata alla pastura per quando siano esauriti gli altri pascoli»”. Il nome di luogo, a parere di Girolamo Caracausi, sarebbe pertanto legato a “pascoli” e non al titolo devozionale mariano. Tutto ciò dimostra come sia possibile imbattersi in toponimi di sfuggente (e quindi, talora, di errata) lettura anche per i più autorevoli glottologi giustificatamente ignari di peculiarità paraurbane, di pie leggende cittadine, di tradizioni civili e religiose di piccoli borghi e casali.
A cura di Carmelo Micalizzi, medico e scrittore. Classe 1953, ha pubblicato un centinaio di saggi, articoli e contributi sul territorio dello Stretto. Particolare riguardo ha dedicato alla Toponomastica storica peloritana e alla Storia della Fotografia messinese (dalle origini al 1908). Ha dato alle stampe due monografie su Antonello da Messina (2016, 2018). Cura la rubrica “Questioni di Lingua” per «Messina Medica 2.0», rivista on line dell’Ordine dei Medici della Provincia di Messina.
I miei avi Materni vivevano lì Fam. Irrera
Buonasera, dove si trova l’immagine che completa l’articolo?