MESSINA. Dopo l’accesso agli atti proposto da un gruppo di candidati al concorso dell’Atm per l’assunzione a tempo determinato di trenta autisti, in cui si evidenziavano parecchie irregolarità nelle posizioni di alcuni dei vincitori, l’azienda, per bocca dei liquidatori, tenta di spiegare come sono andate le cose, confermando di non aver trovato “illegalità ma esclusivamente degli errori giustificabili da parte sia del Centro per l’impiego sia della Commissione esaminatrice”.
Cosa lamentavano gli esclusi? In sostanza che i vincitori non avrebbero avuto esperienza di guida di trasporto locale pubblico per come richiesto dal bando, e che i redditi percepiti non corrispondevano a quanto dichiarato: elementi che avrebbero fatto “sballare” i punteggi a vantaggio di alcuni e discapito di altri.
“Dei sette ammessi interessati dagli esposti, alcuni hanno ritenuto di dichiarare al Centro per l’impiego di non avere conseguito redditi, in quanto, avendoli prodotti a Malta, in virtù di una convenzione con detto stato, gli stessi non sono tassabili in Italia”, spiegano i liquidatori. “Considerato però che la percezione del reddito era finalizzata non alla tassazione ma alla valutazione della condizione economico/reddituale ai fini della attribuzione del punteggio per la graduatoria, i liquidatori rimetteranno i fascicoli al Centro per l’impiego al fine di correggere l’attribuzione di punteggio e collocare i detti selezionati nella corretta posizione in graduatoria, con le eventuali conseguenze in ordine alla priorità di assunzione”.
Per l’esperienza di guida, spiegano sempre i liquidatori, “É risultato, ancora, che un partecipante ha maturato il requisito dei sei mesi di pratica nel TPL dopo la data indicata nel bando, anche se in data antecedente alla verifica effettuata dalla Commissione esaminatrice. Al riguardo la vicenda è al vaglio dei liquidatori, sulla considerazione che sebbene la data ultima per la sussistenza dei requisiti fosse quella indicata nel bando, la caratteristica della selezione, a differenza delle gare, impostata su una valutazione articolata su tre step (Centro per l’impiego, Commissione esaminatrice e prova pratica) potrebbe consentire il maturare di un requisito nel corso della selezione stessa, per come evidentemente è stato ritenuto dalla Commissione esaminatrice”.
“Infine – proseguono – in capo ad un ammesso è stato riscontrato un errore nel conteggio del periodo di pratica TPL, determinato da una imprecisa dichiarazione, sebbene riscontrabile dalla documentazione prodotta. Detta posizione, completato l’iter del procedimento amministrativo avviato per la verifica, comporterà molto probabilmente la revoca in autotutela dell’ammissione, con la conseguente risoluzione/revoca dell’assunzione, per mancanza dei presupposti e lo scorrimento della graduatoria per l’assunzione di un altro ammesso”.
“Si ritiene doveroso ribadire che la Commissione esaminatrice ha selezionato circa duecento partecipanti nei tempi contenuti imposti dall’azienda per l’esigenza di sopperire alla carenza di autisti e, conseguentemente, è comprensibile la possibilità di errore, il quale comunque verrà rimediato con tutti i provvedimenti conseguenti”, concludono.