Per un giorno Messina è stata capoluogo per l’ambiente. Si è parlato del consumo, dell’uso ed del riuso del suolo al centro delle problematiche ambientali nel convegno a carattere regionale organizzato dal Distretto Lions 108Yb Sicilia. Obiettivo: la creazione di un tavolo tecnico regionale permanente. Dopo i saluti di Pasquale Spataro del Lions Club Messina Host, del Presidente di Zona Ing. Nunzio Santoro e del Prof. Franz Riccobono Vicepresidente della Fondazione UNESCO Sicilia che ha portato i saluti del Direttore della Fondazione, prof. Aurelio Angelini, l’arch. Andrea Donsì, Delegato Regionale Lions per la Tutela del Paesaggio ed il rispetto dell’Ambiente e promotore dell’iniziativa, ha tracciato sinteticamente il percorso preparatorio che ha condotto all’evento. Mentre Michele Munafò, Responsabile Area monitoraggio e analisi integrata uso del suolo I.S.P.R.A., ha proposto un contributo sul tema “Il consumo di suolo in Italia: stato attuale e prospettive” con il quale ha rappresentato con i dati di rilevamento acquisiti e con esempi esplicativi le tipologie di consumo di suolo e la quantità distribuita nel tempo. Il dato sconcertante, ad esempio, è che, nonostante la grave crisi edilizia, nel 2018 sono stati consumati oltre 30 ettari di suolo solo nella provincia di Messina e 300 ettari in Sicilia.

Anche per questi aspetti la gravità del problema e delle sue conseguenze richiede interventi urgenti e non più differibili.

La relazione del Prof. Paolo Pileri, Docente di uso del suolo ed effetti ambientali del Dipartimento Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, che ha proposto un intervento sul tema “Parliamo chiaro e salveremo il suolo”, ha mirato a declamare gli effetti generati dal consumo di suolo facendo rilevare che non è veritiera la tesi secondo cui il consumo di suolo zero produce arresto allo sviluppo dell’economia tant’è che l’emigrazione intellettuale che l’Italia patisce da alcuni anni è di fatto orientata verso i paesi europei dove il consumo zero è già stato attuato (Gran Bretagna, Germania, Olanda, etc.) generando, evidentemente, nuove forme di economie alternative che non hanno arrestato il ciclo produttivo. La prospettiva dell’aspetto economico-produttivo è la variante che può dare l’impulso decisivo per intraprendere le “scelte coraggiose e oramai indifferibili” cui gli organi di governo del territorio sono chiamati ad attuare.

Il Dott. Franco Andaloro, Direttore Sedi Siciliane Stazione Zoologica di Napoli “Anton Dohrn”, Membro Comitato Scientifico WWF Italia e delegato WWF Sicilia ha disquisito sul tema “Erosione delle coste e riduzione del suolo marino”. Andaloro, dopo avendo disegnato un quadro storico di riferimento delle problematiche inerenti l’evoluzione delle cause e degli effetti del consumo di suolo marino, ha chiarito quali possono essere i provvedimenti da adottare in termini di tutela del suolo marino, delle biodiversità e delle caratteristiche chimiche e biologiche dell’ambiente marino indispensabili per ridurre le gravi conseguenze già in atto. Nell’ultimo intervento della sessione mattutina, il Dott. Salvatore Lo Balbo del Dipartimento Politiche Territorio, Aree Urbane e Abitative CGIL Sicilia e Componente Gruppo dei 75 del Forum “Salviamo il Paesaggio”, ha affrontato il tema “Consumo di suolo zero: una proposta di legalità e di incremento occupazionale”. Lo Balbo ha illustrato sinteticamente le dannose politiche del territorio degli ultimi trent’anni che hanno generato una distruzione del consumo di suolo e di paesaggio.

Dalle analisi esposte è emersa una disponibilità di patrimonio edilizio pubblico e privato inutilizzato (compresi i beni confiscati alla mafia) che possono costituire un punto di partenza per avviare serie politiche di riuso e rigenerazione urbana sostenibile. Ha concluso i lavori della parte mattutina Mariella Sciammetta, II^ Vice Governatore Distretto Lions 108Yb, che ha sottolineato l’importante profilo tecnico-scientifico dei relatori e dei contributi tematici offerti individuando già nelle analisi e nelle proposte enunciate una reale prospettiva di rivalutazione ambientale e, soprattutto, di un possibile e reale modello di sviluppo socio-economico generato da un corretto atteggiamento e da opportune politiche in materia ambientale.

La sessione pomeridiana, moderata da Francesco Cancellieri, già componente dell’Osservatorio Regionale per la qualità del paesaggio, ha visto i contributi di varie associazioni regionali, ordini e consulte professionali regionali. In particolare Anna Giordano, in rappresentanza del WWF Sicilia, ha ribadito la necessità di intervenire a tutela dell’ambiente e ha riportato l’esempio del porto di Tremestieri, realizzato senza tener conto del fatto che in quell’area insistono ben 5 fiumare che convogliano nel tratto di mare adiacente. Emanuele Doria, presidente SIGEA Sicilia viste le condizione di salute del territorio concorda nel portare avanti la proposta di un tavolo tecnico permanente a livello regionale. così come Enzo Piccione, del Comitato Tecnico Scientifico del Centro Educazione Ambientale, mentre l’ing. Gabriel Versaci dell’ordine degli Ingegneri di Messina il quale sostiene che le categorie professionali hanno una grande responsabilità e devono operare mantenendo sempre come obiettivo l’“impatto zero” che si traduce nel ridurre al minimo il consumo di suolo. Enzo Colavecchio, delegato di Legambiente Sicilia, ha parlato di “rigenerazione urbana sostenibile” e di recupero e risanamento edilizio. Antonio Gambino, delegato Italia Nostra Sicilia , la provincia di Messina ha una media di consumo del suolo tra il 15 % e il 30% e tra le città siciliane è tra quelle che non sono messe bene, specie se si considerano le criticità idrogeologiche e geomorfologiche del territorio. Quindi è auspicabile che si attui il prima possibile un piano di tutela e salvaguardia del territorio della nostra provincia.

Un coro unanime che vede al primo posto la necessità di avviare un tavolo tecnico regionale, strumento che deve permettere a tutti gli attori interessati di discutere, confrontarsi e avere risposte immediate dalle istituzioni. E’ emersa l’opinione condivisa che la linea da seguire sia quella del riuso delle strutture già esistenti, attraverso un adeguato e preciso censimento, utilizzando gli strumenti legislativi esistenti o in corso di attuazione che possono consentire un arresto graduale ma definitivo di questo inesorabile trend di distruzione del territorio.

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