MESSINA. “Sono costernato per questo sciopero, l’azienda ha fatto quanto possibile per garantire la continuità nonostante la situazione non sia rosea. Ad aprile costituiremo la nuova società e liquideremo definitivamente l’Atm, e così tutto questo schifo finirà“. E’ un Cateno De luca piuttosto innervosito quello che introduce l’incontro in cui il consiglio d’amministrazione dell’Atm contesta i motivi delle quattro ore di astensione dal lavoro indetta da Filt Cgil, Uiltrasporti, Faisa Cisal, Ugl ed Orsa.
“E’ un’intimidazione vera e propria: possono scioperare quanto vogliono, i contenziosi non passeranno nella nuova azienda – ha accusato De Luca, prendendola sul personale – Quando si accusa il consiglio d’amministrazione su presunti favoritismi, mi sento accusato in prima persona. Alla luce dello sciopero di quattro ore che i sindacati hanno proclamato l’8 marzo, ho chiesto un report dettagliato in merito alle mansioni superiori e alle differenze attribuite dall’azienda; un report sulla meda oraria dei turni di lavoro degli operatori di esercizio; infine una relazione sui provvedimenti che si intendono adottareper evitare il fenomeno delle corse soppresse, senza adeguato preavviso agli utenti, per carenza di personale o per altri motivi.”
Di illustrarle tocca al presidente dell’Atm Pippo Campagna: “E’ passato il messaggio che in azienda ci siano favoritismi a favore di uno o più sindacati e a scapito della produttività aziendale – ha spiegato – ebbene, negli ultimi cinque anni abbiamo preso in considerazioni tutti i dipendenti che svolgono mansioni superiori e quindi hanno differenze retributive: l’escamotage è che, invece di fare un concorso interno, superati i sei mesi si deve applicare per legge un parametro superiore. Ci sono persone che ne hanno fatti parecchi, di questi “salti”, e ricoprono cariche sindacali di primo livello“, accusa Campagna.
In realtà, dato che i numeri forniti non sono riferibili ai dipendenti per ovvi motivi di privacy, il risultato del dossier non chiarisce nel merito chi sia stato destinatario dai favoritismi. Conferma, però, la sindacalizzazione pressochè assoluta dell’Atm, il che fa cadere qualsiasi pretesa di dato statisticamente rilevante o anomalo: 480 dipendenti, tasso di iscritti al sindacato superiore all’80%, quindi è abbastanza normale che, nei 31 casi di dipendenti con mansioni superiori, 29 siano iscritti a una delle sigle. Strano è che la metà di essi siano iscritti alla Cisl (che però non ha aderito allo sciopero), e l’altra metà essenzialmente da Cgil (che invece sciopera), con sei su 31 non iscritti ad alcun sindacato. “La Cisl ha avuto il pudore di non scioperare”, commenta De Luca.
“Il problema – precisa Campagna – è che dopo sei mesi dallo svolgimento delle mansioni superiori, deve essere obbligatoriamente riconosciuto il parametro superiore, o si va a contenziosi. E ce ne sono, in azienda”. Archiviato il capitolo “favoritismi” lamentato dai sindacati per giustificare lo sciopero, si passa agli straordinari, anche questi messi sotto accusa dai sindacati per la frequenza definita massacrante.
“Siamo stati denunciati all’ufficio del lavoro perchè abbiamo superato il monte orario”, ammette Campagna, prima di passare a impallinare i permessi sindacali. In totale noi concediamo la bellezza di 1479 giornate di lavoro in un anno”, calcola: anche qui, la maggior parte dovute per contratto collettivo nazionale di lavoro, e una parte per “contrattazione di secondo livello”, quindi tra azienda e sigle.
Alla fine, senza che anche nei casi più particolari emergano dati anomali o che rispecchino comunque la percentuale di iscritti di ciascuna sigla sindacale, e dopo che l’amministrazione rispedisce al mittente le accuse sindacali che motiverebbero lo sciopero, la spiegazione dell’incontro: “Ad aprile partirà la nuova società che prenderà il posto dell’Atm, e tutto quello che negli anni ha fatto dell’azienda un bancomat per politica e sindacati terminerà“, spiegano all’unisono De Luca e Campagna. In sostanza, i provvedimenti per riportare alla normalità quello che secondo l’amministrazione non è normale, saranno presi con la nuova azienda, mentre l’Atm sarà lasciata lentamente morire con i suoi vizi.
All’incontro era presente Mariano Massaro dell’Orsa, sigla che aderirà allo sciopero, che sembrava essere piuttosto concorde con quanto l’azienda e l’amministrazione spiegavano essere le storture che hanno massacrato l’Atm. Alla domanda se quindi l’Orsa avesse rinunciato a scioperare, vista la comunanza di veduto, Massaro ha invece confermato che la sigla aderirà all’astensione dal lavoro. Perchè? “Scioperiamo perchè non vediamo alcuna differenza con il sistema messo in piedi dalla precedente gestione di Giovanni Foti, e temiamo che si trasporti nella nuova azienda”. Risposta a bruciapelo di De Luca: “Ah, quindi si tratta di uno sciopero preventivo“.