MESSINA. I vertici di MessinaServizi annunciano l’esubero di dodici unità di personale amministrativo. Secondo la Uil, invece,  la certificazione degli esuberi «sembra essere meramente funzionale all’accesso da parte del gestore privato»., mentre la Cisl spiega che tanto più che dall’azienda “non è arrivata alcuna notizia sull’eventuale ricollocazione in servizio dei dodici amministrativi”  È l’ultima  delle querelle che contrappongono i sindacati al CdA della società che si occupa di rifiuti. Annunciati da mesi, gli esuberi negli amministrativi sono stati oggetto dell’incontro di stamattina fra i sindacati e l’azienda.

«Non si può stravolgere la dotazione organica prevista dal piano Aro e dalla normativa della legge regionale 9/2010 solo per la “bramosia” di voler dichiarare a tutti i costi 12 esuberi, peraltro inesistenti, tra il personale amministrativo – dichiara Michele Barresi, segretario generale della Uiltrasporti – mettendo così  a rischio contenziosi l’azienda e rischiando di compromettere il difficile percorso intrapreso che potrebbe dare invece finalmente un’azienda efficiente  alla città  e risposte ai tanti lavoratori, operativi e non, che ambiscono a legittime progressioni di carriera bloccate da anni. Nessuno vuol fare la fotografia del vecchio, ma quanto  ad oggi proposto, dall’amministrazione sul progetto delle nuove piante organiche, dopo numerose trattative sindacali, presenta luci e ombre e risulta ancora inaccettabile dal sindacato e dai lavoratori riuniti proprio oggi in assemblea che hanno dato preciso mandato con un documento in tale direzione».

«Esuberi di personale da un lato ed assunzioni dall’altro non possono essere il risultato finale.  Assunzioni di certo necessarie per potenziare il servizio in strada  – evidenzia  la Uiltrasporti – ma per le quali occorrerebbe guardare prioritariamente a quanto  previsto dalla legge regionale, prima di pensare a concorsi dall’esterno. Eccedenze per le quali non sono stati forniti percorsi certi di ricollocazione, sebbene nelle dichiarazioni dell’amministrazione non si traducono in questa fase in licenziamenti. Esuberi inesistenti secondo la Uiltrasporti, perché contemporaneamente vengono falcidiati, dalle ipotesi presentate, uffici nevralgici come la gestione delle risorse umane, settore acquisti, tecnico e contabilità. Operazioni che presagiscono possibili esternalizzazioni di questi servizi, alle quali da subito ci siamo dichiarati contrari. Abbiamo dato la massima disponibilità a prevedere percorsi di esodo incentivato e mobilità volontaria verso altri enti o partecipate prima di certificare qualsivoglia eccedenza – continua la Uiltrasporti- ma l’amministrazione a distanza di mesi non è stata in grado, o non ha voluto, dare risposte concrete».

«Non vediamo ancora nelle proposte neppure quelle legittime risposte di progressione di carriera  o riqualificazione professionale per il numeroso personale operativo che da anni è bloccato dalle procedure di liquidazione e fallimento di Messinambiente ed Ato. Un altro tassello poco chiaro per la Uiltrasporti è il mancato insediamento dell’ingegnere Domenico Manna, indicato dal sindaco come successore del licenziato Iacomelli ma di fatto congelato da due mesi mentre nessuno dall’amministrazione ne spiega ufficialmente i motivi. Nella fase che sta vivendo la MessinaServizi Bene Comune, contrassegnata da serrate attività ed incontri volti a definire piano industriale e pianta organica attraverso cui dare un assetto organizzativo che possa indirizzare la struttura verso il raggiungimento degli obiettivi individuati dal Sindaco in materia di raccolta differenziata, la Uiltrasporti ha più volte posto in evidenza ai tavoli concertativi la mancata definizione del procedimento di nomina del direttore generale della Società, ruolo che a tutt’oggi viene ricoperto in via transitoria dal presidente del CdA, Giuseppe Lombardo. Come sindacato, senza entrare nel merito di dinamiche che attengono al socio unico e al CDA, evidenziamo  che la figura del Direttore Generale è di strategica importanza per l’azienda – continua Barresi– e non vorremmo che la mancata formalizzazione dell’incarico sia una scelta legata alla volontà dell’amministrazione di liquidare la MessinaServizi Bene Comune».

«Come Uiltrasporti chiediamo risposte concrete, non saremo disponibili a certificare esuberi inesistenti, depotenziare attività o lasciare personale in forza senza assegnarlo ad una adeguata mansione, ma attendiamo di sapere quali siano le proposte di riqualificazione o mobilità  su base volontaria che l’amministrazione propone ed un regolamento chiaro che assicuri trasparenza e meritocrazia negli avanzamenti e nelle ricollocazioni  previste . La Uiltrasporti chiede di proseguire nel confronto senza atti unilaterali ed in questa direzione, convinta che si possano affrontare al meglio le numerose criticità organizzative scaturenti da anni di gestione di due aziende, AtoMe3 e MessinAmbiente, per lungo tempo in fase di liquidazione e poi di concordato fallimentare», conclude la nota.

A stretto giro di posta arriva anche la Fit Cisl, con un comunicato dallo stesso contenuto: ” “Siamo assolutamente contrari a qualsiasi forma di esubero di personale, tanto più che dall’azienda non è arrivata alcuna notizia sull’eventuale ricollocazione in servizio dei dodici amministrativi che il consiglio d’amministrazione di Messina Servizi Bene Comune conta come esuberi”.
Così Letterio D’Amico, segretario provinciale della Fit Cisl, ha commentato la decisione dell’azienda di procedere alla riduzione del personale amministrativo.
“Comprendiamo la motivazione che è quella di una maggiore digitalizzazione delle procedure amministrative che avverrebbero bisogno, quindi, di minor personale. Ma non ci è stato comunicato, allo stato, come e dove sarebbero destinati i dodici colleghi in esubero. Senza certezze in tal senso, questa organizzazione sindacale porrà in essere tutte le azioni conseguenti per scongiurare questa ipotesi”, spiega D’Amico.

“Contestiamo anche le ventilate progressioni verticali che l’azienda si accingerebbe ad effettuare – prosegue il sindacalista – anche su questo, i criteri non sono mai stati chiari e non sono stati spiegati alle organizzazioni sindacali. Ricordiamo che già venti lavoratori hanno proposto altrettanti contenziosi presso l’ispettorato del lavoro per il riconoscimento di mansioni superiori effettivamente svolte rispetto all’inquadramento contrattuale. Infine, sottolineiamo come una società dal futuro incerto dovrebbe gestire solo l’ordinaria amministrazione, senza lanciarsi in fantasiose operazioni, soprattutto senza averle concordate con le controparti sindacali e coi lavoratori stessi”, conclude il segretario provinciale Fit Cisl, Letterio D’Amico.

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