MESSINA. Costruita nel ’95 e in gravi condizioni già dal ’97, appena due anni dopo. Una storia travagliata quella dell’ex scuola elementare e materna “Luigi Capuana” di Castanea, in contrada Frischia, ora in condizioni deplorevoli, affidata al Consiglio di Quartiere nel ’99, data poi in concessione a Giovanni Buscemi (recentemente arrestato) come sede locale dell’associazione europea “Vigili del fuoco in Pensione Volontari di Protezione civile” e oggi abbandonata e semidistrutta.

 

Il video è stato realizzato da Andrea Agrillo

Si tratta di un prefabbricato ubicato su un terreno incolto, costato ben 2 miliardi delle vecchie lire (circa un milione di euro attuali), con le pareti e i controsoffitti realizzati tramite pannelli di carton-gesso e che, in seguito alle continue infiltrazioni di acqua piovana dal tetto, sono caduti in più punti favorendo l’annidarsi di ratti già dal ‘97. Privo di un impianto di riscaldamento mai completato e con tubature che fuoriescono nei corridoi, è anche dotato di una palestra che non è mai stata utilizzata perché inagibile. Questlo lostato dell’edificio denunciato in seguito ad un sopralluogo dei medici scolastici dell’Ausl Maria Gabriella Caruso e Rita Antonietta Maniaci il 16 marzo del ‘99.

Dopo 3 anni di segnalazioni e proteste dei genitori, gli studenti vennero trasferiti nel plesso appena terminato in Via Massa (sempre a Castanea). Ma non è la fine della tormentata struttura di contrada Frischia che divenne, fino al 2006, sede del Consiglio del XII Quartiere, che vi appostò un’autombulanza del 118.

I lavori non furono mai completati per via della ditta vincitrice dell’appalto, “coinvolta in un processo penale”, si legge nel memorandum scritto da Patrizia Denaro, e le condizioni dello stabile peggiorarono quando il Comune l’affidò all’associazione europea di Giovanni Buscemi, arrestato di recente con l’accusa di aver collaborato con l’associazione criminale nigeriana che avviava alla prostituzione le minorenni arrivate in Italia dall’Africa. L’accordo stabiliva che i volontari avrebbero potuto occupare la struttura mantenendola pulita e pagando un canone mensile, condizioni che non furono mai rispettate e che portarono l’amministrazione a sfrattare l’associazione per morosità.

I primi segnali preoccupanti di quello che era stato un lavoro celere (l’inizio degli interventi risale al ’94) sono arrivati nel ’96, quando giunsero ben quattro note da parte della direzione didattica. Ognuna di queste, senza alcun riscontro“Questo plesso non ha mai ottenuto l’agibilità”, assentiva la preside Grazia Messina Foderato in un articolo scritto della giornalista Giusy Gambino il 18 novembre del ’97.

Infatti, sebbene l’inaugurazione della struttura sia avvenuta in presenza di diverse autorità, la scuola non fu mai formalmente consegnata perché gli interventi non erano ancora stati terminati. Nonostante ciò, il plesso fu “occupato arbitrariamente da docenti e alunni”, raccontava la giornalista sempre nello stesso articolo.

“L’acqua invade le aule nuove di zecca” era il titolo del pezzo, pubblicato pochi giorni dopo la nota della Preside e dell’esposto dei Carabinieri, firmato il 15 novembre anche dai genitori degli alunni che lamentavano “la presenza di ratti e di altri animali, l’infiltrazione dell’acqua piovana con la conseguente caduta di pannelli dal soffitto e il crearsi di pericolosi corti circuiti, la mancanza di riscaldamento e, non per ultimo, il pericolo di un pilone dell’Enel che minaccia direttamente il fabbricato”.

Intervenuti anche i medici scolastici Maria Caputo e Patrizia Giardino, con due dichiarazioni di “forte pericolo sanitario” inviate il 5 giugno e il 3 dicembre del ’96. La direttrice aveva inoltre precisato che sarebbe stata una sua prerogativa ordinare la chiusura della scuola, “ma non vi sono adeguati locali alternativi”.

A seguito del sopralluogo del 16 marzo del ’99, in cui l’attuale Asl, oltre a descrivere la struttura fatiscente, sottolineava che “non sono stati eseguiti, nonostante le numerose segnalazioni della medicina scolastica, gli interventi tecnici da parte degli organi competenti”, il 27 dello stesso mese, la preside Grazia Messina Foderato chiedeva all’amministrazione comunale di “valutare l’opportunità del trasferimento degli arredi dal plesso ‘L. Capuana’ al nuovo plesso”. Questo, sito in Via Massa, demolito del tutto nel ’94, stava per essere ultimato in cemento armato e fu inaugurato il 29 aprile del ’99.

Sulla scena anche i genitori che il 15 aprile del ’99 avevano iniziato a non mandare più i figli a scuola dando vita ad una protesta che sarebbe continuata a tempo indeterminato. In seguito l’edificio in contrada Frischia, fino al 2006, divenne sede del Consiglio del XII Quartiere, ma non furono mai iniziati dei lavori a causa, anche, della seconda ditta in graduatoria nell’appalto, che rinunciò all’incarico, spiega sempre Patrizia Denaro.

Nel frattempo, è stato impedito l’accesso al piano superiore (quello più fatiscente) ostruendo il passaggio della scalinata e, in seguito all’accorpamento dei quartieri, la struttura venne data in concessione dal Comune di Messina all’associazione europea “Vigili del fuoco in Pensione Volontari di Protezione civile” come sede locale. A quel periodo risale anche il parcheggio di una roulotte, ancora lì insieme ad un’altra catasta di rifiuti che circondano l’edificio.

Oggi, la struttura è inserita nell’elenco di ex scuole che il Comune intende affidare in gestione a chiunque lo richieda e soddisfi i requisiti per la concessione.

 

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[…] Fino al 2013, infatti, il presidio era nella vecchia scuola di contrada Frischia (qui la storia dell’edificio). […]