MESSINA. Sulla questione Palagiustizia, che da sabato anima l’agenda politica cittadina, non passa giorno che non arrivino le prese di posizione: ad oggi, tutte contrarie rispetto a quella del sindaco Cateno De Luca, che proprio all’inaugurazione dell’anno giudiziario ha ribadito la sua contrarietà all’opzione ex ospedale militare, continuando a puntare sul secondo palazzo di giustizia nel “fosso” di via La farina.
Non la pensa così Grazia D’Angelo, senatrice del Movimento 5 stelle. «A differenza di quanto sostenuto nei giorni scorsi dal sindaco Cateno De Luca, la politica ha già deciso da tempo: il Palagiustizia satellite dovrà sorgere nell’area dell’ex Ospedale Militare del viale Europa, come stabilito dal protocollo di intesa siglato dal Comune di Messina, dall’Agenzia del Demanio e da due Ministeri. Si tratta di un progetto già approvato e calendarizzato, frutto di un accordo discusso e condiviso da tutte le parti in causa. Continuare a discuterne e a polemizzare è inutile e serve solo a esacerbare gli animi, con il rischio che si metta ulteriormente in discussione un progetto già in itinere, a danno dell’intera collettività».
«Dispiace – continua Grazia D’Angelo – che il primo cittadino non condivida questa soluzione, ma la città non può permettersi di perdere ulteriore tempo. Ho già avviato da settimane delle interlocuzioni con tutte le parti in causa per accelerare l’iter dell’opera, che rappresenta la soluzione più idonea per convogliare in un’unica struttura i vari spazi per i quali adesso vengono spesi circa 1,1 milioni di fitti passivi, oltre ad essere in linea con le politiche del M5S di riuso delle aree dismesse o sottoutilizzate della città, in un’ottica di limitazione del consumo del suolo e di recupero dei beni demaniali esistenti».
«Il progetto prospettato dal primo cittadino di realizzare ex novo il secondo Palagiustizia nel parcheggio “fosso” di via La Farina – prosegue la portavoce pentastellata – presenta al contrario numerose criticità e la sua fattibilità è fortemente dubbia, senza considerare i costi stimati (pari a 40 milioni di euro, più del doppio rispetto ai 17 milioni già disponibili) e l’impatto che un edificio di nove piani e 13.000 metri quadri di superficie complessiva avrebbe in una zona centrale e nevralgica della città. Stupisce, inoltre, che De Luca citi fra i motivi ostativi al progetto dell’ex Caserma Scagliosi il fatto che sia il Demanio e non il Comune a occuparsi della progettazione: non è ben chiaro il perché ciò dovrebbe rappresentare un impedimento alla realizzazione di un’opera, già finanziata con fondi ministeriali, che la città attende da 35 anni».
«La priorità mia e del M5S – conclude la parlamentare, componente della Commissione Giustizia al Senato – sarà adesso quella di interloquire con tutti i soggetti politici e amministrativi coinvolti per superare eventuali impasse burocratiche, velocizzare l’iter e far rispettare il cronoprogramma».
Sull’argomento, esprimendo le stesse perplessità di Grazia D’Angelo, si è espresso anche il consigliere comunale del Pd Gaetano Gennaro. “Ritengo sia politicamente sbagliato e, soprattutto, molto pericoloso, rimettere in discussione il Protocollo d’intesa siglato con il Ministero – spiega il consigliere comunale – La soluzione indicata dall’Amministrazione De Luca mi lascia perplesso sotto molti punti di vista. Ho la sensazione che l’unico intento sia quello di contestare a prescindere le scelte effettuate da chi era in precedenza al governo della città, indipendentemente dal fatto che siano utili o meno per la collettività“.
“Sono convinto, invece, che Messina abbia bisogno di continuità amministrativa e programmatica – continua – Non vi sarà futuro per la nostra città se ad ogni lustro si rimette in discussione tutto ciò che è stato fatto da chi ha amministrato in precedenza. Non ho mai condiviso questo modo di fare, né durante le sindacature Genovese, Buzzanca o Accorinti, né adesso. Tale modo d’intendere l’amministrazione della città non fa crescere la nostra comunità ed evidenzia una visione politica molto miope, che nuoce ai cittadini e a tutte le categorie produttive. Messina non può più permetterselo perché è già fortemente in ritardo su molte questioni, che dopo anni di dibattito e parecchi ripensamenti sono ancora aperte ed irrisolte. La vicenda del secondo Palazzo di giustizia è l’esempio principe di come non si giunga mai ad una conclusione. Credo – prosegue – che la città abbia bisogno di recuperare credibilità a tutti i livelli, soprattutto, rispetto al Governo nazionale. Credibilità che negli ultimi anni è sempre più diminuita (prova ne sia il diniego dei poteri speciali per il risanamento). Non ritengo, dunque, che mettere in discussione il Protocollo d’intesa con il Ministero ci consenta di fare progressi se non in senso negativo. Del resto, che credibilità può avere una città che per trent’anni non è riuscita a trovare un sito per il secondo Palazzo di Giustizia, nonostante la disponibilità del finanziamento?”
“Messina non può fare l’ennesima figuraccia – aggiunge l’esponente dei Democratici – e, soprattutto non può mettere a rischio né i finanziamenti previsti da anni, né la permanenza della Corte d’appello. Perdere anche uno solo dei due, a mio avviso, significherebbe dare un colpo mortale a tutta la classe forense messinese (attuale e futura) già abbastanza sofferente. Spero che il Sindaco si ravveda e si renda conto che la strada imboccata non fa intravedere risvolti positivi per la città. Non entro nel merito di una soluzione piuttosto che un’altra, ma è evidente che questo modo di affrontare le scelte strategiche future della città sia, a mio modo di vedere, del tutto autoreferenziale e poco attento alla reali esigenze dei cittadini. Nel caso di specie, l’opzione messa in campo dall’Amministrazione De Luca non mi appare come la più immediata per dare risposta alle esigenze degli operatori del settore giudiziario messinese e della provincia“.
“Infine, mi appare opportuno stigmatizzare ancora una volta l’atteggiamento tenuto in questi mesi da De Luca. E’ ora di smetterla con gli strali gettati contro chiunque non la pensi come lui. Basta con gli attacchi personali. Basta con le offese nei confronti di chi mostra senso critico. Non credo che questo modo di fare si addica al ruolo di Sindaco della città di Messina. Colgo l’occasione, quindi, per esprimere tutta la mia solidarietà a Lucio D’Amico, che conosco da anni come un professionista serio ed una persona molto per bene. I limiti di questa Amministrazione si palesano giorno dopo giorno e sono ormai abbastanza evidenti a tutti. L’aggressività verbale, oltre che politica, di questo Sindaco sono la più chiara manifestazione dell’incapacità a svolgere un sano confronto politico. Credo che sia il caso di cambiare registro e di chiedere scusa ai cittadini, non soltanto quando si vessano con la notifica di cartelle esattoriali non corrette, ma anche quando si esagera davanti all’opinione pubblica. E’ ora che De Luca capisca che la buona politica va ben oltre un post su facebook”, conclude Gaetano Gennaro.