MESSINA. «In occasione dell’approvazione della rimodulazione del piano di riequilibrio, l’Amministrazione ha affermato che, al fine di scongiurare il dissesto, sarebbe stato necessario il buon andamento delle transazioni dei debiti. In particolar modo, addivenire ad un accordo con i grandi creditori per ridurre la massa debitoria dell’ente comunale. Il Consiglio ha condiviso questo approccio, probabilmente l’unico possibile per fronteggiare l’emergenza finanziaria, peraltro così garantendo una parità di trattamento tra i creditori anche in ordine alle modalità transattive. Era il 23 novembre 2018. L’Amministrazione si auto assegnava quale termine improrogabile per la definizione dell’iter il 31 dicembre 2018. Da notizie apparse sulla stampa, sembrerebbe che detto termine voglia essere prorogato al 28 febbraio».
Ricostruisce così, in una nota, il consigliere comunale Massimo Rizzo (LiberaME) la vicenda legata all’iter per la definizione del pagamento dei debiti del Comune di Messina che, secondo quanto stabilito dalla Giunta e dal civico consesso, doveva avvenire in una prima fase entro il 31 dicembre. Termine, questo, spostato adesso alla fine di febbraio. Il consigliere lamenta, però, il continuo procrastinare da parte dell’amministrazione. «Per carità, non è la prima scadenza che questa amministrazione non rispetta e presumibilmente non sarà l’ultima. – prosegue nella nota – Anche perché spesso fissa termini temporali disancorati dalla realtà e da una valutazione obiettiva delle difficoltà effettive. Come fosse una promessa da campagna elettorale piuttosto che un impegno di un’amministrazione in carica».
«Tuttavia, pur considerando che pochi avevano creduto fosse possibile rispettare quel termine, e certamente ancor meno vi avevano fatto affidamento i consiglieri comunali e nessuno che tra questi sia un addetto ai lavori aveva reputato credibile la data fissata, oggi il civico consesso non conosce l’evoluzione della situazione. Per questa ragione, quale Presidente della Commissione bilancio, ho ritenuto opportuno invitare il Sindaco, probabilmente per la prossima seduta di lunedì (salvo impegni improrogabili del primo cittadino), a riferire in aula sull’andamento degli accordi transattivi: quante transazioni stanno addivenendo a buon fine, per quali importi, con quali creditori e con quali modalità».
«Non si tratta solo di adempiere ad un corretto obbligo informativo che il Sindaco ha nei confronti del Consiglio Comunale (e quindi della Città), ma di instaurare il necessario rapporto collaborativo, su un corretto piano istituzionale, che si auspica possa condurre al risanamento finanziario dell’ente. Il Consiglio, infatti, in ragione dei chiarimenti e degli aggiornamenti ricevuti, potrebbe suggerire linee di indirizzo finalizzate all’esito positivo dell’iter amministrativo. E in ogni caso, sarà l’organo preposto ad approvare le eventuali transazioni concordate e come tale intende assumere sin da subito un ruolo di compartecipazione primaria nella definizione della complessa vicenda – conclude la nota – La responsabilità, però, passa attraverso la consapevolezza».