MESSINA. Una mozione per spingere il comune di Messina a disapplicare il decreto sicurezza voluto dal ministro della Lega Matteo Salvini, a firma di tutto il Pd (Antonella Russo, Libero Gioveni, Felice Calabrò, Gaetano Gennaro e il presidente del consiglio comunale Claudio Cardile), e di tre quarti di LiberaMe (Alessandro Russo, che è ispiratore della mozione e primo firmatario, Biagio Bonfiglio e Massimo Rizzo).

Si chiede all’Amministrazione di dare immediato mandato al Dirigente del Servizio Anagrafe di approfondire gli aspetti di presunta incostituzionalità delle previsioni dell’art. 13 del D.L. 113/2018 (convertito con L. 132/2018), segnatamente per la parte relativa alle iscrizioni anagrafiche di soggetti stranieri presenti regolarmente in Italia che verrebbero dall’oggi al domani privati di diritti individuali inviolabili sanciti dal nostro ordinamento costituzionale – scrive Russo – Si chiede altresì, nelle more che tale analisi di tenuta giuridico-costituzionale venga eseguita, di valutare la sospensione del divieto di iscrizione anagrafica nel Comune di Messina onde cautelativamente tutelare i diritti costituzionali riconosciuti ai migranti e agli stranieri”.

“Da Antigone e Creonte – prosegue – fino alle gravi violazioni dei diritti umani conosciuti nella Seconda Guerra Mondiale, la legge non dovrebbe valicare i diritti umani che sono naturalmente inscritti nei codici innati dell’individuo, di tutti gli individui senza distinzione di razza, sesso, colori e inclinazioni: chiediamo che il Comune di Messina si distingua per la prudenza e la sua storica tradizione di inclusione e di tolleranza“.

Il testo della mozione, non firmata dal solo Nello Pergolizzi.

 

Premesso

che è stato recentemente convertito in legge nr. 132/2018 il D.L. 113/2018, c.d. “decreto sicurezza” e che tra le previsioni di tale normativa ve ne sono alcune che incidono sensibilmente sulle condizioni di trattamento anagrafico degli stranieri presenti sul territorio nazionale e, segnatamente, del Comune.

Tenuto conto

che l’art. 13 del D.L. 113/2018 convertito in legge n. 132/2018 prevede sensibili modifiche in tema di “disposizioni in materia di iscrizione anagrafica”, innovando in particolar modo le previsioni contenute nel D. Lgs. 142/2015, in tema di permesso di soggiorno per richieste di protezione umanitaria e di iscrizione anagrafica.

Che le previsioni del D.L. 113/2018 venivano confermate da una circolare ministeriale, nr. 15/2018, a firma del Direttore Centrale del Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, in data 18.10.2018.

Considerato

Che le previsioni della l. 132/2018 di cui all’art. 13 citato possono incidere sensibilmente sui principii di rilevanza costituzionale, incidendone profondamente la portata, e specificamente, all’art. 2 – laddove il rifiuto della residenza anagrafica limita il soggetto nell’esercizio della partecipazione alle formazioni sociali –,  all’art. 14 – laddove l’inviolabilità del domicilio sarebbe incisa da un provvedimento negativo in materia anagrafica – , all’art. 16 – laddove la libertà di movimento sarebbe condizionata e potenzialmente compressa oltre ogni ragionevolezza nella evenienza dell’incisione del diritto di residenza oltre ogni ragionevole protezione di altri interessi pubblici concorrenti – , all’art. 32 – laddove il diritto alla salute sarebbe meno garantito per la differenziazione geografica o per mancanza della residenzialità formale.

Atteso

che giurisprudenza di Consulta con sentenze ormai pacifiche e assimilate nell’ordinamento afferma e statuisce che: “lo straniero è anche titolare di tutti i diritti fondamentali che la Costituzione riconosce spettanti alla persona (…). In particolare, per quanto qui interessa, ciò comporta il rispetto, da parte del Legislatore, del canone della ragionevolezza, espressione del principio di eguaglianza, che, in linea generale, informa il godimento di tutte le posizioni soggettive” (sentenza nr. 148/2008 e – su medesime argomentazioni – anche le sentenze nn. 324/2006, 432/2005 e 203/1997).

 Riscontrato

che il potenziale conflitto tra le novazioni normative introdotte dal combinato disposto di D.L. 113/2018 e l. 132/2018 nell’impianto del sistema di registrazione anagrafica e di erogazione dei servizi alla persona e i diritti fondamentali statuiti dal vigente sistema costituzionale possa ingiustamente investire anche questa Amministrazione comunale.

Ritenuto

necessario e doveroso dover far assumere agli uffici di questo Comune indirizzi operativi e direttive conformi al sistema valoriale che informa la nostra Repubblica e non conflittuali con le previsioni costituzionali a difesa dei diritti di tutti gli individui nel caso di errata applicazione della normativa introdotta.

Tutto quanto sopra premesso, considerato, tenuto conto, atteso, riscontrato e ritenuto,

IMPEGNA l’Amministrazione Comunale di Messina a conferire al Dirigente del Servizio di Anagrafe e di Servizi al Cittadino il mandato di approfondire tutti i profili giuridici anagrafici derivanti dall’applicazione della citata l. 132/2018 e in particolar modo tenendo in conto le potenziali ripercussioni in tema di violazione dei diritti individuali sanciti dal nostro ordinamento costituzionale.

IMPEGNA l’Amministrazione Comunale di Messina valutare l’opportunità di impartire indicazioni operative agli uffici anagrafici  atte a sospendere temporaneamente per gli stranieri eventualmente coinvolti dall’applicazione della l. 132/2018 qualunque procedura che possa intaccare i diritti fondamentali della persona, con particolare ma non esclusivo riferimento alle procedure di iscrizione delle residenza anagrafica.

 

Subscribe
Notify of
guest

1 Comment
meno recente
più recente più votato
Inline Feedbacks
View all comments
trackback

[…] Così Paolo Starvaggi, segretario provinciale del Partito Democratico di Messina, ha commentato la mozione presentata a Palazzo Zanca dai cinque consiglieri del Pd (Antonella Russo, Felice Calabrò, Claudio Cardile, Gaetano Gennaro, […]