MESSINA. A fine giugno il primo “avvertimento”, con la chiusura temporanea. Adesso arriva l‘ordinanza di sgombero e rilascio dell’immobile. Il chiosco ottocentesco di piazza Cairoli potrebbe chiudere definitivamente i battenti. Il comune di Messina ha ordinato alla società Riba lo sgombero del chiosco-bar di piazza Cairoli, del materiale e delle attrezzature, e la consegna delle chiavi al dipartimento Patrimonio, con l’avvertenza che “in caso di inottemperanza si procederà d’ufficio, ponendo le spese a carico della ditta inottemperante, con riserva di azione risarcitoria per i danni conseguenti al protrarsi dell’occupazione”.
L’ordinanza del Comune, fa seguito ad un’altra che lo scorso 7 giugno aveva disposto “il divieto di prosecuzione dell’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, poiché esercitata in assenza della propedeutica concessione demaniale“. Il problema è burocratico, e riguarda il passaggio fra la società Riba Soc. Cooperativa a.r.l., titolare della concessione del 2007, scaduta a marzo 2018, e la quasi omonima “Il Chiosco Riba soc. cooperativa”, subentrante per aver acquistato il ramo d’azienda nel 2013.
Per il dipartimento Servizi alle imprese, “Il Chiosco Riba Soc. Cooperativa non è autorizzato dall’Ente alla gestione del chiosco”. Poi, il 24 maggio, un’ulteriore precisazione: “La Società il Chiosco Riba – si legge in una nota – non è l’operatore economico a cui ha affidato alcun servizio, e al momento si ritiene non sussistano i presupposti di affidamento“. Da qui il provvedimento e il divieto di prosecuzione dell’attività di somministrazione, esercitata “in assenza della propedeutica concessione demaniale”.
Contro il provvedimento del Comune, la società ha proposto ricorso al Tar. “L’ordine di esecuzione è atto dovuto in assenza di idoneo atto amministrativo per la gestione del chiosco“, ha risposto il Comune, sostenendo che la validità dell’ordinanza di sgombero è valida anche in pendenza di giudizio. La società, quindi, dovrà riconsegnare il chiosco al Comune. Avverso al provvedimento, firmato dal dirigente Calogero Ferlisi, è ovviamente ammesso ricorso.