MESSINA. «Se il sindaco De Luca porterà in Aula l’intero pacchetto “salva Messina” senza “spacchettare” almeno la complessa parte relativa all’ATM, personalmente avrò difficoltà a votare favorevolmente l’intera manovra». Non smette di far discutere la situazione economica dell’azienda trasporti di Messina, in questi giorni al centro della burrasca per il flop dello shuttle e per l’annunciata dismissione del tram, che verrà eliminato nei giorni festivi già da dopodomani. A pochi giorni dal verdetto finale sul “salva Messina”, mentre il sindaco Cateno De Luca parla già di “testamento”, passando la palla al consiglio comunale, Libero Gioveni (Pd) mette sotto la lente i conti della partecipata e le “diverse verità” sull’ammontare dei debiti, chiedendo l’intervento di una società di auditing che certifichi tutta la massa debitoria dell’azienda.
«Nell’ultimo confronto in Aula di martedì scorso – scrive il consigliere – ho chiesto al primo cittadino, visti i tanti dubbi che emergono sui conti dell’azienda trasporti, di estrapolare dal pacchetto la sola misura relativa ad ATM per approfondirla in un secondo mo mento (comunque a breve scadenza) visto che sembra essere, insieme al settore dei servizi sociali, il classico “vaso di Pandora”! Ma se da un lato sui servizi sociali non sembrano esserci dubbi sull’entità delle perdite e della spesa (per cui ogni consigliere o gruppo consiliare potrà valutare nel merito l’indirizzo programmatico del sindaco sulla loro gestione futura), dall’altro invece non si hanno affatto certezze o contezza analitica e soprattutto certificata sui debiti che l’azienda trasporti avrebbe prodotto. I numeri ballerini sciorinati dal sindaco sui conti di ATM che passano prima da 32 milioni, per poi arrivare a 72, passando dalla variabile dei 10 o 17 (la quaterna è servita per gli amanti del Lotto!!!), hanno creato una confusione tale da non permettere a chi dovrà assumersi come il sottoscritto lunedì l’impegno politico più importante di questa legislatura se non addirittura degli ultimi 20 anni, di avere quel necessario quadro economico finanziario chiaro da votare con serenità e coscienza».
«Se poi si pensa – prosegue – che come atto propedeutico necessario per trasformare l’azienda speciale in società di capitali vi è l’approvazione dei bilanci aziendali degli ultimi 16 anni, ci si renderà conto che la mia richiesta di esaminare a parte il capitolo ATM non sia poi così fuori luogo. Per esempio, sarebbe importante capire, in virtù di questa enorme voragine finanziaria, come l’azienda riuscirà a pagare già questo mese e nel prossimo mese di novembre i 10 milioni e 400 mila euro complessivi (5 milioni e 200 mila al mese) che servono per la rottamazione delle cartelle dei debiti erariali. Alla luce di queste legittime considerazioni da parte di chi come me dovrà assumersi delle responsabilità nel votare un atto che rivoluzionerà un’intera città, e considerato altresì che l’attuale collegio dei revisori dell’azienda, oltre che essere un organo interno, nei fatti è fiduciario del sindaco essendo da esso stato nominato (il solo dott. Genovese è rimasto del vecchio collegio), per quanto mi riguarda diventa necessario avere una certificazione ufficiale dei debiti da un soggetto terzo, una società di AUDITING che certifichi, senza alcun timore di smentita, tutta la massa debitoria dell’azienda mettendoci nelle condizioni di valutare serenamente e con dati inequivocabilmente reali ed aggiornati, la misura che riguardi la sola ATM».
«Tra l’altro, proprio in questi giorni – conclude Gioveni – il sindaco si è avvalso, per la verifica dei conti complessivi di Palazzo Zanca, del Centro Studi Enti Locali di Pisa; perché quindi non affidarsi ad un organo di revisione contabile esterno e imparziale anche per l’ingarbugliata situazione finanziaria di ATM? Pertanto, mi auguro che il sindaco De Luca riesca a comprendere questa esigenza dettata certamente non da un capriccio, bensì dalla necessità di approfondire un capitolo che merita una valutazione a parte; diversamente, almeno per quanto mi riguarda, l’intero pacchetto per me diventa un “PACCO” su cui difficilmente riuscirò ad esprimere un voto favorevole e quindi, vista la “condicio sine qua non” posta dal sindaco di voler l’unanimità sull’atto, diventerebbero inevitabili le sue dimissioni e conseguentemente il dissesto. Spero davvero ci pensi bene, perché a questo punto la responsabilità di quanto accadrà non può di certo passarla al Consiglio Comunale o a quei consiglieri che finora hanno dimostrato massima collaborazione anche al di là delle più rosee aspettative e che non stanno votando un semplice ordine del giorno, ma tracciando una spessa linea di demarcazione tra il passato e il futuro superata la quale, purtroppo, non si potrà più tornare indietro».