MESSINA. “Con questa Atm bisogna chiudere: produce debiti, non ragiona in termini aziendali, non fa pagare gli utenti, non applica strategia di collegamento urbano razionale, ed è in balia dei sindacati. E oggi ci sono tutte le condizioni per poterlo fare”. Con queste parole il sindaco Cateno De Luca disegna il futuro dell’azienda trasporti di Messina, rubando la scena all’argomento dell’incontro di stamattina: la presentazione del piano di trasporto invernale dell’Atm (che i sindacati hanno già stroncato).

De Luca, fresco di dimissioni ufficialmente presentate, spiega il significato delle sue parole: “Appena insediato ho avuto una decina di confronti col direttore generale. E ne è uscito fuori che ci sono state spese senza bilanci, senza coperture finanziarie, senza averle concordate con il comune di Messina, con un piano disallineato rispetto a quello del Comune. Tutti conoscevano i numeri. Un piano che non regge e non è stato preso in considerazione da socio unico. Ci sono 33 milioni di nuovi debiti, che si aggiungono ai vecchi, dal 2012 al 2017, più l’azzeramento del capitale sociale (12 milioni scomparsi) e il contenzioso che è una bomba: il fondo rischi era 3,8 milioni nel 2012, ma a fronte di 330 contenziosi, aumentati nel tempo (16 milioni con l’Agenzia delle entrate) dal 70 all’80% del valore della causa oggi è addirittura diminuito a 2,8 milioni”.

Poi tira fuori altre carte dal faldone,  “finite per sbaglio in questa carpetta”, e le ripone immediatamente: “Di queste se ne sta occupando la Procura”. Infine un ultimo passaggio sulla ricollocazione del personale e la ristrutturazione aziendale: “I cento controllori della ztl che costano tre milioni all’anno devono riqualificarli: prenderanno la patente, e su questo l’azienda è pronta ad investire, e diventeranno autisti. Gli interinali? Sono costi che l’azienda non si poteva permettere”, taglia corto il sindaco, “l’Atm è l’unica in Italia ad essere ancora azienda speciale: non può trasformarsi in spa perché non ha i bilanci approvati”

E in caso di dimissioni? “Lasceremo le partecipate in condizione di poter andare avanti e rilanciarsi, abbiamo lavorato tre mesi per questo”, conclude.

 

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