21.30. Il colpo di mano di Nello Pergolizzi muore sul nascere: 21 presenti, sei favorevoli, sei contrari, nove astenuti, la sua proposta di continuare ad libitum è respinta. Il consiglio chiude i lavori e si aggiorna: della delibera sulle modifiche al regolamento che ne dovrebbe disciplinare il funzionamento non ne discute nemmeno un rigo.
Se Cateno De Luca non avesse tolto il paletto della perentorietà dei termini, giusto mezz’ora fa, adesso Messina non avrebbe un sindaco. E invece no. Era tutto uno scherzone.
21.30. Libero Gioveni vorrebbe intervenire, per la trentesima volta. Il presidente Cardile gli dice secco “no”. Gioveni abbozza, ma assume espressione basita.
21.25. Pergolizzi si fa prendere da sindrome competitiva: “Stiamo in aula, lavoriamo e guadagniamoci il pane“. Si va ai voti sulla proposta di Pergolizzi: restare in aula e lavorare a.k.a. votare gli emendamenti che hanno già parere positivo.
21.20. Sembra incredibile, ma appena il sindaco è andato via, il consiglio ha iniziato a litigare. E che Cateno De Luca potesse essere un collante dell’aula, con tutti gli attacchi che gli ha portato, è davvero un paradosso.
21:16 Pergolizzi chiede di mettere ai voti la sua proposta. Nel frattempo interviene Gennaro: «Sembra che non si voglia trovare un momenti di sintesi, ne prendo atto. Non parteciperò a discussioni di nessun tipo se non affrontare con serietà e che vanno contrariamente a quanto si era definito un minuto prima”.
21:11 Dopo un minuto di nulla, confabulazioni e smarrimento prende la parola Bonfiglio e si rivolge a Calabrò: «Capisco lo sfogo di Russo e Pergolizzi. Caro Felice, in due settimane abbiamo prodotto una nuova delibera. 50 emendamenti non mi spaventano. Non abbiamo paura dei social. Vogliamo che il regolamento sia a servizio della città, e il fatto che tanti colleghi abbiamo voluto fornire il loro contributo non mi sembra un’idiozia. Non puoi permetterti di dire cose del genere». E Calabrò replica: «Levici manu».
20:58. Dopo la proposta del presidente del Consiglio Claudio Cardile di interrompere la seduta e rinviare il tutto a mercoledì alle 18, arriva l’intervento di Pergolizzi: «Non sono soddisfatto, proseguiamo fino ad ottenere un visto». Di nuovo Cardile: «Nessuna voglia di dilazionare i tempi».
Tocca a Felice Calabrò, che la tocca piano: «Io sono disinteressato, qua dentro siamo impazziti, sto sentendo cose che non ho sentito in 10 anni. Come facciamo a trattare una delibera con 50 emendamenti che deve disciplinare il nostro agire qua dentro?». Poi alza la voce e si infervora: «Prima del nuovo regolamento dobbiamo studiare quello vecchio. Non me ne frega niente se qualcuno si dimette (De Luca, ndr), io vengo qui per assolvere un impegno. Se gli uffici dicono che non possono concludere l’iter ed esaminare 50 emendamenti (che hanno avuto stasera), non possiamo gettarci la croce addosso solo perché domani passerà il messaggio che il consiglio comunale è fannullone. Sappiamo tutti che non è così. È vero che ormai in questa città bisogna essere flash, esaminando 300 curricula in un’ora… Smettiamola di rincorrere i social, smettiamola di rincorrere il popolo. Io non sono un fannullone per natura. È l’ufficio che chiede un rinvio e noi non siamo in condizione di votare niente. Per regolamento noi la delibera non la possiamo votare». Poi si infervora ancora di più: «Idiozie in quest’aula non ne voglio sentire. Qua pari chi ni scantamu».
20.55. “La bozza di modifiche dello scorso consiglio è stata discussa per 17 sedute senza mai approdare in consiglio comunale. Lo rivela Gaetano Gennaro (Pd): un dato che la dice lunga sulla produttività della scorsa consiliatura, che se De Luca fosse stato sindaco allora avrebbe avuto un’ulcera delle dimensioni del Lazio.
20.50. La delibera la presenta Biagio Bonfiglio di LiberaMe. “Le modifiche al regolamento del consiglio comunale erano già state ipotizzate dallo scorsa consiliatura”, spiega il consigliere, spezzando una lancia nei confronti dei colleghi della scorsa legislatura, che non hanno mai brillato per produttività.
20.45. Il sindaco ha il tono delle decisioni irrevocabili, ma parla di relazione di inizio mandato: “Le mie decisioni sono legate anche alle misure delicate che si dovranno prendere dopo aver letto la relazione di inizio mandato”.
E dopo tre settimane di “prova di forza” e bastone sulla delibera di modifica al regolamento del consiglio comunale, offre un po’ di carota: “Non è un giorno in più o un giorno in meno ad essere rilevante, direi che basta che si approvi in una settimana“. Quindi saluta e se ne va.
20.40. Piglia subito la parola Cateno De Luca, per annunciare che sta per andare via. Perchè, visto che la delibera in qualche modo vincola le sue decisioni future? Perchè in realtà la delibera è una proposta consiliare, quindi il sindaco si congeda e va a terminare la relazione di inizio mandato.
20.37. Si vota per non votare la delibera. Proposta accolta, quindi il documento torna in commissione per approfondimenti, quindi mercoledi prossimo si voterà. Si può passare all’argomento forte della sera.
20.30. Dopo mezz’ora di capannello, la conferenza dei capigruppo ha deciso di rimandare l’atto in commissione, approfondirlo, e discuterlo (e votarlo) mercoledi prossimo. Si oppone Salvatore Sorbello del gruppo misto, che è dell’avviso di votarla subito.
20.05. Gioveni si ritaglia il ruolo di azzeccagarbugli: “E i titoli di proprietà degli alloggi?”, chiede? Gli risponde il dirigente al Risanamento Domenico Signorelli, poi il presidente del consiglio Claudio Cardile sospende la seduta e chiama al tavolo i capigruppo per capire come proseguire.
19.57. Gli indugi li rompe Benedetto Vaccarino di Forza Italia: “Per quanto mi riguarda, la delibera può essere votata adesso“, dice, parlando a nome del gruppo di Forza Italia. Un breve applauso dal loggione.
19.50. La seduta, pur importante, è una delle meno interessanti di sempre. I problemi sono quelli di sempre (lo screening delle baracche per le graduatorie risale addirittura al 2002), le soluzioni, come quella di oggi, sono “tampone”. Arisme, l’agenzia per il risanamento, dovrebbe mettere un punto definitivo, ma si va ancora avanti a colpi di emergenze.
19.40. De Luca riporta la discussione ad un livello meno filosofico e più pratico: “Eliminare quelle baracche consente di riaprire una strada, con effetti positivi sulla viabilità (e questo la dice tutta su quello che è stato possibile tollerare nei decenni, ndr), ma soprattutto di eliminare l’amianto: oltretutto, togliendo i tetti in eternit, le baracche non saranno più abitabili e quindi non saranno rioccupate“.
19.30. Il concetto è ribadito anche da Piero La Tona, consigliere di Sicilia Futura, e probabilmente tutto il resto degli interventi avranno toni simili. E infatti si accoda anche Gaetano Sciacca dei Cinque stelle. Si teme, approvando graduatorie in via emergenziale, di creare disparità.
19.20. C’è Libero Gioveni (Pd) che fa domande procedurali, e vorrebbe sapere perchè e percome delle graduatorie, e cosa ne sarà delle altre famiglie, e tutti quei problemi che il risanamento si porta dietro da anni: confusione enorme su chi ha diritto a una casa e chi invece no, e cosa fare per chi non ha diritto a una casa (e per farlo magari occupa una baracca appena liberata).
A De Luca non resta che scusarsi per il poco tempo con cui l’amministrazione ha trasmesso gli atti al consiglio.
19.10. Primo colpo di scena: c’è una delibera urgente da discutere, l’approvazione delle graduatorie per assegnare alcuni alloggi ai fini di risanamento. Si tratta delle famiglie di Camaro le cui baracche sono a rischio crollo, per cui serve l’assegnazione urgente degli appartamenti di Camaro Sottomontagna, e di altre famiglie, tra Annunziata e Tremonti, che abbandonando le baracche consentirebbero di “chiudere” gli ambiti di risanamento. Il sindaco Cateno De Luca Relaziona, il consiglio discute.
19.00. Cateno De Luca va? Cateno De Luca resta? SI saprà tra un po’ di ore, al termine della seduta di consiglio comunale in cui si discute la delibera che “rivoluziona” le modalità di lavoro del consiglio comunale di Messina.
La questione è abbastanza complessa, e qui l’abbiamo ricostruita in maniera analitica, ma in estrema sintesi, De Luca ha voluto introdurre criteri di produttività più stringenti per l’ottenimento del gettone di presenza, e tempi più certi per la discussione ed il voto delle delibere. Il consiglio comunale, dopo la disastrosa esperienza della passata legislatura, aveva già intenzione di riportare alla serietà l’istituzione, e stava elaborando una sua proposta. Per questo, De Luca ha ritirato la sua proposta di delibera, ed ha sposato quella del gruppo consiliare LiberaMe, praticamente uguale.
Oggi, però, saranno discussi degli emendamenti che potrebbero far confliggere la volontà del sindaco con quella del consiglio. Cateno De Luca da un mese sostiene che dall’esito del voto di stasera dipenderà la sua permanenza a Palazzo Zanca o le sue dimissioni. Stasera (più probabilmente stanotte) se ne saprà di più.