Lo ha annunciato gongolante il presidente del consiglio comunale Claudio Cardile, a margine della votazione sul bilancio di previsione 2018, filata liscia come l’olio, lo ha confermato il sindaco Cateno De Luca, ringraziando l’aula per la collaborazione sul tema: qualcosa sta cambiando nei rapporti, storicamente belligeranti (qmolto spesso immotivatamente) tra amministrazione e consiglio comunale. Ed è un paradosso.
Forse sarebbe bene iniziare a farci l’abitudine, perché per cinque anni, di paradossi come quello al quale l’aula consiliare ha assistito due giorni fa probabilmente se ne vedranno molti.
È il paradosso di un sindaco che convince un intero consiglio comunale (intero letteralmente, non per metafora), a votare all’unanimità un bilancio che lui stesso definisce “malato”, e che i consiglieri hanno etichettato come “orfano, inutile, Inefficace, inefficiente”.
Paradosso di un sindaco che ancora tiene una città col fiato sospeso perché non sa se si dimetterà o meno, e la motivazione è che con questo consiglio non ha tempi e modi compatibili coi suoi: lo stesso consiglio che, fino a questo momento, ha praticamente approvato all’unanimità, o quasi, qualsiasi documento il sindaco abbia sottoposto al voto d’aula, dalle due delibere (agenzia per il risanamento e bilancio di previsione) a tutti gli emendamenti allegati.
Il paradosso di un sindaco che convince un intero consiglio comunale a votare uno bilancio targato Renato Accorinti, lo stesso Accorinti al quale il consiglio comunale precedente i bilanci li faceva sudare e costare sangue, e poi li approvava in 18 (su 40 consiglieri). E lo stesso discorso, andando a ritroso nel tempo, si applica a Giuseppe Buzzanca, che pure dalla sua aveva, sulla carta, una sostanziosa maggioranza.
Ancora una volta, nel giro di un paio di settimane, Cateno De Luca compie uno di quegli illusionismi che nemmeno David Copperfield, supportato da un consiglio comunale la cui differenza rispetto al precedente si misura in ere geologiche, che sembra non solo animato dalle migliori intenzioni, ma composto anche da gente che queste migliori intenzioni ce le ha molto chiare ed è dispostissima a metterle sul campo: cosa che anche De Luca non ha mancato di sottolineare più di una volta.
Durerà l’idillio? Probabilmente no, di certo non in queste modalità. Di sicuro c’è una notevole dose di fair play, fino a questo momento, e molte teste sulle spalle. Non ci avrebbero scommesso in molti, anzi. In corso c’è una partita a scacchi: una mossa uno, una mossa l’altro. Che impone tempi lunghi (e davanti ci sono cinque anni), sangue freddo, ma anche tanta strategia e la consapevolezza che ogni tanto sarà necessario mollare il colpo e andare in ritirata, per poter assestare quello successivo. C’è una città, là fuori, curiosa di vedere come andrà a finire.