20.00. Si chiude sulle parole di apertura e collaborazione, da parte del sindaco Cateno De luca, la seduta sul bilancio previsionale 2018. Che è passato praticamente all’unanimità, stabilendo un interessante precedente. De Luca incassa un’altra clamorosa vittoria, il consiglio si adegua. Finora i rapporti di forza sono piuttosto sbilanciati a favore dell’amministrazione. La delibera sulle modifiche al regolamento di consiglio comunale consentirà di capire qualcosa in più.
19.50. De Luca prosegue imperterrito: “E’ la città che vi ringrazia, che preferisce un clima costruttivo, che non è inciucio ma senso di responsabilità. E vi ringrazio anch’io: mi avete dato modo di avere una conferma: che questo consiglio comunale è fatto da persone perbene. Così come siamo riusciti stasera a non avere un approccio manicheo, concediamoci il beneficio del dubbio. Se l’approccio è questo, lavoreremo meglio tutti. Io vedo una premessa per una chiusura di una fase di diffidenza dovuta a una non conoscenza”.
19.30. Cateno De Luca prende la parola. E non soddisfatto del clamoroso risultato ottenuto (sottolineato con soddisfazione anche dal presidente del consiglio comunale Claudio Cardile) alza ancora la posta: “Le mie responsabilità le ho sempre prese in prima persona, e sono innamorato della fascia tricolore. A me piace fare il sindaco, amo amministrare. Se ci sono gli elementi per un confronto anche aspro facciamolo, ma che ne valga la pena, che siano scelte importanti, non argomenti che servono solo per dimostrare al mondo che esistiamo e basta. Sono contento di aver individuato in voi la comprensione della nostra proposta”, ha dichiarato.
Poi lo schiaffone: “Mancano dagli ottanta ai cento milioni di euro di entrate”, ribadisce De Luca, che il concetto lo aveva già espresso una settimana fa.
19.11. Votazione, il bilancio passa con 23 voti favorevoli su 27 presenti (e 32 consiglieri in totale). Una maggioranza che mai nessun bilancio aveva avuto da almeno vent’anni a questa parte.
19.10. A sottolineare il paradosso di un sindaco che minaccia dimissioni e sulla carta non dovrebbe avere nemmeno un consigliere al suo fianco, e nonostante questo ha incassato un voto unanime su qualunque atto abbia portato in aula, è Biagio Bonfiglio di LiberaMe.
18.50. E’ a Felice Calabrò che tocca rompere l’idillio: “Abbiamo votato all’unanimità tutti gli emendamenti, nemmeno il dittatore Tito era così fortunato”, ha spiegato, prima di annunciare la sua personale astensione. De Luca ascolta con attenzione, sia perchè Calabrò è uno di quei consiglieri le cui parole pesano come macigni, sia perchè l’impressione è che l’opinione di chi non è d’accordo con il sindaco gli interessi più di quella di chi lo è, se non altro per spirito di confronto.
“Il suo, sindaco, è un nuovo modo di presentarsi all’aula“, sottolinea Calabrò, citando le tabelle portate dal sindaco i aula (e distribuite dal suo vice Salvatore Mondello). “Quando arriverà il “suo” bilancio in aula, su quello ci condronteremo. Oggi ci asteniamo”.
Poi un discorso pro domo sua (e dei colleghi): “Un consigliere che svolge il suo mandato con coscienza non deve vergognarsi o giustificarsi di nulla. Più autostima, colleghi”.
18.45. Andrea Argento del Movimento 5 Stelle e Massimo Rizzo di LiberaMe dichiarano il loro voto favorevole. Argento però attende con ansia la “operazione verità” promessa da De luca. Che annuisce mentre prende appunti. “Spendiamo 0,30% per le strade dissestate, e ne spendiamo 23 di debiti fuori bilancio perchè non sappiamo amministrare“, puntualizza Russo.
18.40. Telegrafica Nicoletta D’angelo di Ora Messina: “votiamo favorevolmente”. Anche Salvatore Sorbello, capogruppo di sè stesso al gruppo misto, voterà il bilancio, così come Giovanni Scavello della Lega. In un minuto e mezzo si chiude la pratica.
18.35. Finalmente Antonella Russo rompe il clima ecumenico, dichiarando la sua astensione, e spiegando che le sarebbe piaciuto chiedere al sindaco De Luca informazioni su un bilancio che però ha dichiarato non essere il suo. Antonella Russo è una consigliera attentissima ai numeri, e infatti ne enuncia un paio: “Duecentomila euro di tassa di soggiorno vuol dire che pochissimi soggiornano a Messina. Diritti e affissioni, incameriamo solo trentamila euro. Accertamenti Cosap (occupazione suolo), centomila euro. Spendiamo 55 milioni di euro per i servizi sociali, e sono troppi, e mi preoccupa che l’Amam non garantisca in bilancio tutte le somme che dovrebbe inserire nel piano di riequilibrio. Spendiamo un milione e 290mila euro per le elezioni, 25 volte in più rispetto alle manutenzioni per le scuole (50mila euro). Quindi, sindaco, non si dimetta”, conclude con una battuta.
Cateno De luca, come fa sempre, prende appunti fitto fitto.
18.25. Pietro La Tona, di Sicilia Futura, preannuncia un voto favorevole al bilancio, che però massacra, definendolo “orfano, inutile, tardivo, inefficace, inefficiente”. E fortuna che lo voterà, perchè in caso contrario davvero non riusciamo a immaginare che aggettivi gli avrebbe appioppato.
18.20. Parla anche Benedetto Vaccarino, capogruppo di Forza Italia che in due mesi ha preso la parola il doppio delle volte dei dieci anni precedenti nelle sue due esperienze da consigliere comunale. Vaccarino annuncia il voto favorevole di Forza Italia, ma chiede lumi sugli impianti sportivi.
18.15. Il consigliere del Pd Libero Gioveni dichiara il suo voto favorevole al bilancio, sottolinenando come sia in difformità rispetto ai colleghi di partito, e chiede informazioni sul possibile fallimento di Messinambiente, sugli asili nido e sull’alienazione degli immobili comunali.
18.05. Perdonateci la licenza, ma data la celerità della votazione con un emendamento accolto ogni 45 secondi, a noialtri di lettera Emme è venuta in mente questa scena.
18.03. Il quinto emendamento riguarda indagini sismiche su 24 scuole per trecentomila euro del Miur, previsione di maggiori entrate. Passa, così come anche il sesto, già presente nel triennale alle opere pubbliche. Stesso copione.
18.00. Terzo emendamento, lo stesso presentato per il triennale delle opere pubbliche per interventi nelle scuole. Passa, con i quattro astenuti soliti. Curiosamente, visto che l’emendamento è uguale a quello del piano triennale, in cui Antonella Russo, Felice Calabrò e Gaetano Gennaro hanno votato favorevolmente.
Anche il quarto riguarda l’adeguamento di scuole, anche questo passa.
17.50. Riprende la seduta. C’è un’atmosfera surreale in aula: normalmente i bilanci sono una specie di guerra strategica, con imboscate, psicodrammi, invettive tra consiglio e amministrazione e un apparente nervosismo generale.
Oggi sembra che qualcuno abbia sparso camomilla a piene mani. Il primo emendamento passa liscio (21 favorevoli e quattro astenuti), tocca al secondo, anche questo a firma Cateno De Luca, che riguarda l’aumento dei fondi Masterplan per il rischio sismico. Non si discute e si vota, come sopra. Finora De luca ha davanti un tappeto rosso cosparso di petali di rosa.
17.30. Inizia la discussione sugli emendamenti della delibera sul previsionale 2018: il primo, presentato da De Luca stesso, rimodula alcune spese. Questioni contabili sulle quali non c’è moto da obiettare, ma in consiglieri vogliono visionarlo. Sospensione tattica.
17.15. Il sindaco illustra qualche altra cifra: “Per gli impianti sportivi il comune spende un milione e mezzo e incassa cinquantamila euro. Per Casa Serena spendiamo un milione e 814mila euro e incassiamo zero. Possibile che nessuno paghi? A chi va l’incasso? Queste sono alcune delle patologie del bilancio che stiamo approvando per senso di responsabilità”.
17.10. Il sindaco Cateno De Luca illustra il bilancio, e inizia col botto: “lo stato di salute si risconta dallo stato di gestione corrente. Il bilancio destina, in termini di manutenzione ordinaria delle scuole, lo 0,01%, mentre per i servizi sociali, il 15% e 55 milioni di previsione, è la terza voce di spesa. Non è un bilancio compatibile con le esigenze ed emergenze del comune di Messina. Leggendo questo bilancio è come se questo bilancio è come se il federalismo fiscale non sia mai arrivato“, spiega De Luca, commentando il fatto che solo il 40% delle entrate sia “proprie” del Comune, cioè quelle il cui gettito è garantito dai messinesi, (quindi tasse e tributi), mentre il 60% proviene da stato e Regione, “che dovrebbero essere risorse aggiuntive. Questo bilancio strutturalmente non ha prospettiva”.
17.00. Si vota: il piano triennale delle opere pubbliche passa per ventitre favorevoli e quattro astenuti (i tre del Pd più il presidente Cardile). C’è un po’ di casino all’interno del Pd, in cui Libero Gioveni ha votato favorevole, al contrario dei suoi colleghi di partito, così come ha votato favorevole anche Alessandro Russo, che appartiene al gruppo consilare di LiberaMe ma è membro del Pd a tutti gli effetti.
Posizioni discordanti interne al partito che erano emerse sin dalla prima votazione in aula, quella sull’ufficio di presidenza, nella primissima seduta di luglio, e che è continuata fino ad oggi.
16.55. A prendere la palla al balzo è Felice Calabrò, uno dei decani d’aula, che spiega, con la sua oratoria da tribuno romano, che “è dal lontano 2003, anno in cui ero consigliere di quartiere, che i vecchi compagni di partito mi dicevano che i piani triennali sono libri dei sogni“, annunciando quindi l’astensione dalla delibera per lui e per i colleghi del Pd Antonella Russo e Gaetano Gennaro.
16.50. A gelare gli entusiasmi ci pensa però lo stesso Cateno De luca: “Questo non è un piano triennale, è un libro dei sogni, qui c’è la summa di una serie di previsioni che non si sono tradotte nemmeno in progetti definitivi. Nel prossimo piano triennale, che esamineremo a dicembre, forse non si arriva nemmeno al 5% di progetti che si possano definire cantierabili“, ha spiegato il sidnaco ad una sollecitazione da parte del consigliere di Sicilia Futura Pietro La Tona che chiedeva qualche numero in più.
Perchè De Luca ha sparato a palle incatenate contro un documento che la sua stessa amministrazione ha presentato? Perchè, molto semplicemente, questo non è il “suo” piano triennale (e quindi anche il suo bilancio), perchè è stato elaborato dall’amministrazione scorsa, quella di Renato Accorinti.
Su finanziamenti e progetti, tra De Luca e gli ex assessori Guido Signorino e Sergio De Cola è in atto un botta e risposta con scambio di accuse reciproche.
16.45. Emerge con chiarezza uno sconvolgente dato politico: con l’unanimità per gli emendamenti presentati, Cateno De Luca, ha ottenuto l’unanimità dei voti per qualsiasi documento abbia sottoposto al consiglio comunale, benchè sulla carta di consiglieri non ne abbia nemmeno uno. E questo ancora non gli ha fatto sciogliere la riserva sulle dimissioni…
16.40. Strada spianata anche per quarto e quinto emendamento, manutenzione straordinaria degli immobili comunali (274mila euro), e per la manutenzione degli alberi (3 milioni e 300mila euro per il 2019, poco meno per il 2020).
16.35. Si procede come treni: passa anche il secondo emendamento (progetti finanziati dall’assessorato alle Infrastrurtture per un totale di poco più di due milioni), ed il terzo sugli interventi straordinari per i cimiteri da 800mila euro). Tutti all’unanimità.
16.32. Le scuole che saranno oggetto dei lavori finanziati col primo emendamento saranno la Lombardo radice, la Castronovo, la Villa Lina, la Cannizzaro-Galatti e la Paino
16.30. L’emendamento passa, dopo una breve precisazione di De Luca, con venticinque favorevoli su ventisei presenti (l’astenuto è come consuetudine il presidente, per una questione di terzietà). Il clima di serenità e di collaborazione in aula è quasi straniante, per chi ricorda l’atmosfera da Cambogia di soli sei mesi fa.
16.20. Si prosegue in maniera stranamente celere, considerando gli stillicidi di tempi morti che hanno martoriato i consigli comunali precedenti. La discussione riprende con un emendamento, anche questo presentato da De Luca: 800mila euro per il 2018, cinque milioni per il 2019, per cinque istituti scolastici.
16.15. La domanda che sorge spontanea è: da dove prende il Comune di Messina i soldi necessari ad assicurare i servizi (in linguaggio tecnico: “titoli di entrata che alimentano le spese correnti“: quindi dal calcolo sono escluse le entrate per gli investimenti)? Da queste voci.
16.05. Sospensione tecnica per la presentazione degli emendamenti. Nel frattempo, il sindaco Cateno De Luca fa girare per i banchi un grafico e delle tabelle che spiegano nel dettaglio come il comune ha intenzione di impegnare i 364 milioni di cui si compone il bilancio. Così.
16.00. Inizia la seduta. Presenti al momento una ventina di consiglieri comunali (su 32)
15.55. Nell’attesa, per ingannare il tempo, ci sono tre emendamenti proposti dal sindaco Cateno De Luca al piano triennale: si tratta di tre impegni di spesa, per manutenzione straordinaria dei cimiteri (800mila euro), degli immobili comunali (274mila euro), e per la manutenzione degli alberi (3 milioni e 300mila euro per il 2019, poco meno per il 2020).
15.45. Ovviamente, come da consuetudine consolidata nei millenni, non è possibile che una seduta di consiglio inizi all’orario in cui è stata convocata alle 15.30. I consiglieri arrivano alla spicciolata (il primo ad entrare in aula è stato Gaetano Sciacca del Movimento 5 stelle, alle 15.20, il primo al bar, mezzora prima dell’inizio teorico, Salvatore Sorbello del Gruppo misto). Nel frattempo anche il sindaco Cateno De Luca è arrivato.
15.30. Seduta campale per il consiglio comunale di Messina, che si riunisce per discutere (e approvare, nelle previsioni), il più importante dei documenti di un’amministrazione: il bilancio di previsione del 2018.
Che arriva a fine settembre, quando da prevedere non c’è poi molto. Spiegone: il previsionale, il documento di programmazione finanziaria di un ente locale, andrebbe approvato entro marzo, così da poter fornire un quadro quanto più attendibile possibile delle previsioni di entrata e di spesa. A Messina, un bilancio non si approva a marzo da tempo immemore.
Il cambio di amministrazione, in questo senso, non ha giovato: a inizio luglio si è insediata l’amministrazione di Cateno De Luca, al posto di quella di Renato Accorinti. Ecco, il previsionale in approvazione oggi è quello elaborato dalla precedente amministrazione, che De Luca, per velocizzare le procedure, ha deciso di adottare con minime variazioni (al netto degli emendamenti che eventualmente presenteranno i consiglieri che dovranno votarlo).
Come ha già ampiamente spiegato, il bilancio 2018 non rispecchia la volontà politica dell’attuale amministrazione, che nelle parole del sindaco è già al lavoro per il bilancio 2019, che intende portare in aula a fine inno, in netto anticipo sui tempi.
L’aula, in linea di massima, è d’accordo con questa impostazione: facciamo alla svelta e lavoriamo per il futuro, anche perchè per i revisori dei conti, il documento è ineccepibile dal punto di vista formale. E quindi si approverà con pochissime variazioni. Prima, però, bisogna che si approvi il triennale delle opere pubbliche, a cui si applica lo stesso spiegone fatto per il previsionale.