MESSINA. C’è in discussione il bilancio di previsione del 2018, che verrà votato in tempi brevi e pressochè all’unanimità, ma dal quale tutti sembrano voler prendere le distanze. E’ quanto è emerso dalla seduta di consiglio straordinario, convocata per il bilancio ma che si è conclusa con un aggiornamento dei lavori, e una serie di paletti fissati da sindaco da una parte e consiglio dall’altra, a dare una direzione alla discussione.
Discussione su un bilancio che “non è riconosciuto da nessuno: è orfano”, come ha annunciato il consigliere di Sicilia Futura, Pietro La Tona, durante il suo intervento, accodandosi al pensiero del suo collega del Pd Felice Calabrò: “Il bilancio non è cosa che mi riguarda”. Perchè? Per la sua paternità, che è quella dell’amministrazione di Renato Accorinti. Cateno De Luca, infatti, ha scelto di portarlo in aula con minimi aggiustamenti perchè si approvi in fretta: sia per scongiurare l’arrivo di un commissario, che per iniziare a lavorare sul previsionale 2019, che nelle intenzioni dell’amministrazione, sarà votato prima della fine dell’anno.
Intanto c’è da approvare questo: “Non è il previsionale che l’amministrazione vorrebbe, ma reggerà fino alla fine del 2018″, spiega De Luca, che concede che “dal punto di vista formale e contabile è corretto, ma ovviamente dal punto di vista politico non può esserlo”.
Durante gli interventi in merito alla questione, numerosi sono stati i rapporti dei consiglieri che, in comune, riportavano l’attuale difficoltà riscontrata dai cittadini nel servizio fornito dell’Atm. In particolare, andrebbero stanziati dei fondi per garantire una maggiore fruibilità tra i villaggi, ha fatto presente Calabrò, prendendo come esempio le località di Castanea e Salice: “Ci sono 14 ragazzi di Salice che frequentano la scuola di Castanea e i genitori devono, giustamente, fare i turni per accompagnarli a scuola. Ma loro lavorano!”, ha enfatizzato. “Un cittadino di Salice fa prima a scendere a Messina, che ad arrivare a Castanea, eppure sono vicinissimi in linea d’aria”, ha concluso. Lo stesso discorso è stato preso da La Tona che, inoltre, suggerisce di mettere a disposizione di ogni istituto uno scuolabus che permetta ai docenti di far visitare la città agli alunni: “Non è semplice per una scuola affittare un pulmino”.
Ma le proposte sul servizio bus non sono le uniche emerse durante il Consiglio: Nino Interdonato (Sicilia Futura), durante il suo intervento, ha fatto presente che dall’amministrazione di Giuseppe Buzzanca il servizio bancario del comune è stato gestito dalla Unicredit, che ora, non vuole saperne più nulla. “Ma le banche guadagnano dai servizi – ha risposto De Luca -, quindi per riavere l’appoggio della Unicredit dobbiamo garantirglieli. […] Uno di questi potrebbe essere apporre degli sportelli bancomat all’interno di Palazzo Zanca”.
Ma il sindaco ha parlato anche di una “operazione verità” sui conti finanziari, necessità sottolineata dalla consigliera del Pd Antonella Russo che, in tema di bilancio, è sempre stata una spina nel fianco dell’amministrazione di Renato Accorinti.
“Signor sindaco, lei oggi mi sembra nelle vesti del Marco Antonio di Shakespeare che difende Bruto (Accorinti)”, ha invece affermato Alessandro Russo (Pd), che ha rimarcato uno dei dati enunciati dal sindaco questa sera: “Il 95% della spesa comunale è corrente e non è per investimenti”. Secondo Russo, parte delle entrate del comune dovrebbero essere spese per “dotare il personale della giusta strumentazione, e questo deve essere previsto nel bilancio 2019”. Ma nel bilancio proposto, non si possono fare investimenti al momento, si devono aspettare due o tre anni, sottolinea concludendo.
Quasi al termine della seduta, vi è stato anche lo sfogo di De Luca sui dipendenti, per rispondere all’appello di alcuni consiglieri che parlavano solo della quantità del personale comunale. “Finora ho sentito parlare solo della quantità di personale che, in confronto ad altri comuni, Messina ha tanto di cappello, ma nessuno ha parlato di qualità!”. Sarà, infatti, fra i progetti del sindaco una riqualificazione del personale di Palazzo Zanca, strutturalmente visto da lui come un’azienda, eliminando quella che ha senza mezzi termini definito “zavorra” perché di nessuna utilità. Ma “la qualità non si può raggiungere senza la necessaria quantità”, ha in seguito risposto La Tona.
Quindi armonia ritrovata tra sindaco e aula? Si, ma con i distinguo del caso: “Chi è seduto su queste poltrone deve valutare ogni punto del programma con scienza e coscienza, secondo la propria visione politica della città. Votare no non vuol dire essere contro il sindaco De Luca, ma avere una visione differente della città, per dare una scelta ai cittadini”, ha invece affermato nel suo unico intervento a fine serata Gaetano Gennaro, consigliere del Pd.