MESSINA. Quattro integrazioni e tre aggiunte al regolamento del consiglio comunale. Così il sindaco Cateno De Luca intende “rivoluzionare” i lavori d’aula e le abitudini dei consiglieri comunali, proponendo loro l’ormai celebre delibera all’approvazione della quale è subordinata la sua permanenza come primo cittadino.
In cosa consistono le modifiche proposte da De Luca? Per quanto riguarda le convocazioni delle sedute di consiglio e di commissione, il primo cittadino vuole che all’articolo 5 del regolamento siano aggiunte le seguenti specifiche: “Data e orario delle sedute delle commissioni consiliari vanno preventivamente concordate con il sindaco e gli assessori di cui si richiede la partecipazione ai lavori”. Per quanto riguarda le adunanze pubbliche (articolo 8), secondo il sindaco “I lavori del consiglio comunale devono essere trasmessi in diretta streaming”. A meno che, per motivi di opportunità legati agli argomenti trattati, specificamente motivate e condivise dalla maggioranza dei consiglieri comunali, sia richiesta la seduta a porte chiuse.
Se le prime due modifiche sono di forma, più che di sostanza, è con la terza che si entra nello specifico delle prerogative consiliari, che sarebbero profondamente rinnovate se fosse approvata l’integrazione ad un comma dell’articolo 43, ovvero: “Gli emendamenti che non sono stati ritenuti ammissibili nelle commissioni consiliari componenti non possono essere riproposti in consiglio comunale”. Questo snellirebbe di molti i tempi delle discussioni in aula, e impedirebbe la presentazione di emendamenti strumentali (come ad esempio gli 800 proposti nella scorsa consiliatura da Pippo Trischitta per impedire la discussione della delibera sull’istituzione dell’isola pedonale).
Quindi c’è un limite al numero di commissioni alle quali possono essere invitati sindaco e assessori, “per garantire il buon funzionamento dell’ente”: De Luca le identifica in due a settimana. Limite esteso anche a dirigenti, segretario generale e vertici delle partecipate.
Ma il bello deve ancora venire: per rendere ancora più indigesta la pillola da mandare giù (il consiglio è sovrano sui suoi regolamenti, e da più parti l’iniziativa di De Luca è vista come uno scavalcamento delle prerogative del consigliere comunale), De Luca propone la più deflagrante delle modifiche, all’articolo 47: “Legare la retribuzione dei consiglieri all’attività svolta e non al tempo”. In pratica, si introduce il criterio qualitativo al posto di quello quantitativo. “Le sedute di consiglio comunale si devono concludere con una risoluzione sottoposta ai voti dei suoi componenti. I consiglieri comunali assenti all’atto della votazione della risoluzione, o che intendono partecipare al voto della risoluzione, devono farlo constatare all’atto della votazione della risoluzione, pena la perdita dell’indennità di presenza. L’assenza anche temporanea dai lavori del consiglio comunale deve regolarmente risultare dal verbale di ogni sua seduta”. E ancora: “Le sedute di ciascuna commissione consiliare si devono concludere con una risoluzione sottoposta ai voti dei suoi componenti. I consiglieri comunali assenti all’atto della votazione della risoluzione o che non siano presenti per almeno 3/4 dei lavori della commissione consiliare non hanno diritto a percepire alcuna indennità di presenza. I consiglieri comunali, pur non presenti, che non intendono partecipare al voto della risoluzione devono farlo constatare all’atto della votazione, pena la perdita dell’indennità di presenza. L’assenza anche temporanea dei lavori della commissione consiliare deve regolarmente risultare dal verbale di ogni singola seduta”.
Lo stesso vale per le commissioni, e non ha riflessi solo sul mancato percepimento del gettone di presenza, ma anche sugli “oneri riflessi”, ovvero la quota di stipendio che il Comune paga al datore di lavoro del consigliere come rimborso per la sua assenza dal lavoro. “Il venir meno dei presupposti dell’indennità di presenza per la partecipazione ai lavori delle commissioni consiliari e del consiglio comunale viene qualificata assenza ai lavori delle commissioni e del consiglio comunale a tutti gli effetti di legge, ivi inclusi il rimborso al datore di lavoro”, recita l’aggiunta voluta da De Luca all’articolo 47.
Finalmente qualcuno che vuole fare e che non è lì solo a scaldare la poltrona e a presenziare di qua e di là.
Grande Cateno
Continua cosí
Fin qui sono stato molto critico verso De Luca , soprattutto per gli atteggiamenti da “bommacaro”. Adesso che pare voglia fare sul serio , comincia a piacermi !
Rivoluzionario: viene pagato chi lavora!
[…] presente, comunque, è di marca diversa: snellimento delle procedure, e rigore. Più o meno la stessa ricetta che De Luca aveva imposto (e poi condiviso, ritirando la sua delibera dopo aver dato la benedizione […]
[…] del consiglio comunale: praticamente la continuazione di quanto Cateno De Luca aveva fatto votare nel tardo 2018 (e che poi nei fatti non ha avuto alcun effetto) sarà portata avanti da Federico Basile. Questo […]