MESSINA. “Avrei preferito non farla questa conferenza stampa”. Sergio De Cola, l’assessore alle Infrastrutture del comune di Messina è affranto nell’annunciare che i cantieri di via Don Blasco non partiranno. Non nei tempi previsti almeno. Questione di una valutazione d’incidenza che la Regione vuole ed il Comune sostiene di non dover fare, e che nel frattempo è scaduta, ma anche di una legge di stabilità regionale che, di fatto, ha tolto liquidità a tutti gli enti locali, e quindi a cascata anche i finanziamenti alle opere cantierate. Inconvenienti che si risolveranno nel giro di qualche mese (per la “liquidità” anche prima), ma che fanno ancora slittare l’inizio dell’opera attesa da trent’anni. Cosa è successo esattamente?

Nel 2009 la regione chiede al comune di sottoporlo a Via, la valutazione di impatto ambientale, per il progetto della via Don Blasco. Nel 2010 arriva il decreto di compatibilità ambientale e il via libera per la valutazione. Che ha una durata di cinque anni, quindi scade nel 2015. A febbraio 2018, a cantieri pronti a partire, ci si accorge che la valutazione è scaduta, nonostante nel decreto di compatibilità ambientale sia sottolineato che il progetto è sempre lo stesso, non è cambiata una virgola. Si concorda quindi con l’assessorato regionale al Territorio di “rimandare le stesse carte”, che il 12 marzo partono in direzione Palermo. Dopo pochi giorni l’Assessorato al Territorio risponde positivamente. Il 18 aprile invece dietrofront: “dovete riproporre la valutazione ambientale”.  nel frattempo, un parere legale chiesto dal Comune ritiene che non si debba assoggettare il progetto a valutazione, ma l’iter comunque si blocca. E quindi tutto l’incartamento relativo alla valutazione viene mandato di nuovo, tale e quale a quello del 2010, a Palermo, mentre il Comune annuncia che farà opposizione alla richiesta della Regione.

Secondo Salvatore Giambò, legale al quale il Comune ha chiesto il parere legale, se il progetto non rientra tra quelli elencati da un drecreto legislativo del 2006 (e non pare che ci rientri), “il progetto non deve essere sottoposto a Via, perchè nessuna autorità ha titolo legale a imporre tale sottoposizione al soggetto proponente”.

E per la questione dei finanziamenti? Con la legge di stabilità pubblicata in Gazzetta ufficiale a fine maggio,  la finanziaria regionale ha revocato tutti i “sottoconti” a disposizione degli enti locali, compresi quelli per il finanziamento di opere (anche la via Don Blasco) senza averli ancora riaccreditati ai comuni. Al momento, quindi, l’opera è definanziata. Situazione che ovviamente sarà sanata, ma non è chiaro quando.

Nel frattempo, da trent’anni via Don Blasco è ferma al palo.

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