MESSINA. Giochi per bambini, attrezzature mediche e sportive, borse di studio “per gli ultimi”: centomila euro circa, senza dettagli geografici “per evitare che qualcuno parli di voto di scambio”. Renato Accorinti scioglie la riserva sulla quota di stipendio da sindaco, eccedente il suo stipendio da professore, che aveva nel 2013 deciso di destinare, e spiega a cosa saranno destinati.
“Non do i soldi, comprerò qualcosa che poi donerò al Comune – esordisce, per sgomberare il campo dagli equivoci – ma in tutto quello che regalerò c’è un po’ della mia storia e della mia vita. Metteremo dei canestri e delle reti da pallavolo in posti pubblici, regaleremo delle porte di calcetto e dei palloni: venti di ciascuno per ventimila euro”, spiega, ricollegandosi al suo ruolo da professore di educazione fisica e uomo di sport, in relazione al quale racconta un episodio: “Due mesi fa ho donato dei palloni ed il film I cento passi alla squadra di rugby “I Briganti” di Librino, la cui “club house” è stata bruciata qualche mese fa, perchè faceva cose buone in un quartiere difficile”
“A tutte le scuole di Messina, medie e superiori, regalerò due film: I cento passi e l’Attimo fuggente – continua – poi regalerò defibrillatori, dodici per tutti i quartieri nei campi sportivi con venticinquemila euro. I medici del 118 faranno corsi di formazione gratuiti per insegnare l’utilizzo, così come anni fa l’ordine dei farmacisti ha regalato uno di questi dispositivi al Comune”.
Poi le periferie: “Insieme agli assessorati all’Urbanistica, Politiche sociali e Cultura, e con Antonio Presti della fondazione Fiumara d’arte, faremo opera di riqualificazione urbana in alcune zone difficili, con i bambini e le scuole nel segno della partecipazione con trentamila euro. Ci saranno interventi anche per la biblioteca Dario Fo e Franca Rame per bambini, e giochi per i bimbi nelle villette con ventimila euro. Tutto questo – conclude – sarà un semplice compartecipare, ma senza sostituirsi all’istituzione”.
Un altro tema che sta a cuore ad Accorinti è il mondo Rom: “Mi piacerebbe istituire una borsa di studio per “gli ultimi” perchè acquisiscano migliori competenze in italiano: siamo sempre stati a favore di meritocrazia ed eccellenze, ma chi resta dietro deve essere aiutato e messo in condizione di non restarci”, spiega, citando don Milani (“Gli ospedali devono curare i malati, non i sani”)”
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