MESSINA. “Sono cresciuta nella case popolari, i miei parenti erano tutti commercianti e ambulanti: io non mi vergogno a dire che sono una donna del popolo“. Mezzo minuto di applausi fragorosi. I primi di altre decine. In una salone delle bandiere con un numero di persone pari a quello di piazza Duomo quando arriva la Vara a Ferragosto, Emilia Barrile si presenta alla città, presenta la sua lista “Leali – progetto per Messina”, e forse, forse, la sua candidatura a sindaco.
Prima che un’ufficializzazione della discesa in campo, la sua è una una festa di popolo. “Il cambiamento inizia da qui, da voi, dalla gente comune. Mi spiace non vedere quelli che vanno in giro a dire di volere il cambiamento – spiega – Oggi abbiamo imparato che l’unità fa la forza. Tenteranno di combattermi e distruggermi, ma non mi faranno arrendere, io vado avanti”. Mentre parla, Emilia Barrile trema dall’emozione e le si rompe la voce, ma ogni due frasi arrivano gli applausi, quindi ha tempo di rifiatare. E di riaffermare la sua appartenenza popolare, ad un punto tale che il suo discorso sembra quello di un candidato comunista del 1970.
“La poltrona non serve, serve essere incisivi sul territorio. Quella gente non vive solo per i tre mesi elettorali, vive 365 giorni all’anno. Mi domando se i candidati che oggi andranno a parlare nelle baracche sanno con chi stanno andando a parlare. Sarebbe stato facile per me candidarmi in una lista precostituita. Il vecchietto mi dice ‘io la capisco quando mi parla con la sua semplicità’, perché Messina non è solo viale Europa e viale della Libertà, e noi siamo quelli del fare, non del promettere”. Non ho bisogno di presentare grandi temi, noi parliamo delle cose vere: le baracche, i mercati, le opportunità ed i servizi per tutti, soprattutto per gli ultimi, ma non per pietà, ma perchè la città e gli uffici devono essere accessibili a tutti”.
Un brevissimo accenno polemico alla vicenda che l’ha vista uscire da Forza Italia (“Non commento quello che è successo alle regionali e politiche. Io non mi sento meno degli altri. Io sono forte”, ha spiegato), quindi l’annuncio. “È una nuova fase della mia vita, ma in continuità a quello che ho fatto nel 2003, mettermi in gioco nella politica. Oggi per competere sono stata costretta a mettermi dietro un simbolo, io che l’ho fatta sempre mettendoci la faccia, per portare la voce di chi non è mai stato ascoltato”.
Quindi Emila Barrile si candida a sindaco di Messina. Sì. Ma pure no. “Oggi sono candidata a sindaco. Se mi offrissero la vicesindacatura prima vorrei sapere quello che faranno da domani. Non ho chiesto la poltrona, che avrei potuto ottenere, ho chiesto che chi si candida nel centrodestra si renda conto di quello che c’è fuori dai palazzi, nei villaggi, nei fondi, nelle baracche. Questa disponibilità non c’è stata, quindi vado avanti”, spiega risoluta. Ma un minuto dopo averla chiusa, la porta la riapre. “Se questa disponibilità ci sarà, in quel caso sarei subito il vicesindaco. Comunque vada andremo avanti a combattere per Messina e farla cambiare”.