MESSINA. Quando ancora non è chiuso l’accordo del centrosinistra sulla candidatura a sindaco alle prossime Amministrative, Alessandro Russo ha comunicato le sue dimissioni vicesegretario provinciale del Pd. Un comunicato laconico, di poche righe, destinato al segretario Paolo Starvaggi.
“Caro Paolo, con la presente mail ti rimetto la delega di vice segretario provinciale della Federazione di Messina del Pd – così esordisce Russo nella lettera inviata anche alle testate giornalistiche – in maniera irrevocabile a decorrere dalla giornata odierna. Le ultime vicende politiche riguardanti la città di Messina, purtroppo, mi confermano nella impraticabilità politica del dibattito interno al Partito: è tempo che ne prenda atto. Grazie per la tua fiducia e un caro caloroso saluto ai compagni”.
È quindi ufficialmente rottura nel Partito democratico. A spaccare il partito, il nome di Antonio Saitta, dato per strafavorito, come candidato alle prossime Amministrative. Una candidatura giudicata dal gruppo dei “quarantenni” del Pd come lontana dalla comprensione del risultato elettorale delle Politche, frutto di vecchie logiche di partito. Antonio Saitta, è il nome voluto fortemente da Pietro Navarra, neodeputato, al primo incarico istituzionale, l’ex rettore ha puntato per la guida della città su un suo prorettore, sebbene sia stato già candidato sindaco, perdente, e già vicesindaco di Francantonio Genovese. Russo, che con le dimissioni ufficializza la rottura all’interno del Pd messinese in vista del 10 giugno, è spalleggiato, tra gli altri, da Francesco Palano Quero, Filippo Gangemi, Davide Fragale, tutti renziani della prima ora in riva allo Stretto.
La rivolta dei “quarantenni” del Pd che potrebbero a questo punto presentarsi alle elezioni con una lista civica e un candidato sindaco, è destinata a pesare sulle sorti elettorali del centrosinistra, soprattutto in vista di una scelta elettorale così varia, e quindi nella facile previsione di un risultato molto frammentato.
Intanto vanno avanti le trattative nel centrosinistra per decidere il candidato, al tavolo siedono Beppe Picciolo, Gianpiero D’Alia, Domenico Siracusano (Articolo uno) e Amedeo Gitto (socialisti).
I nomi al vaglio sarebbero tre: Antonio Saitta, Francesco Palano Quero e Giovanni Lazzari. Ma secondo i ribelli del Pd, i giochi sarebbero già fatti, il nome già scelto sarebbe quello del prorettore, seguendo un percorso che non prende atto di “uno scenario politico modificato in cui è necessario dare un segno di discontinuità politica e di ringiovanimento della propria proposta dirigente”.
A questo punto Palano Quero potrebbe essere candidato sindaco della lista civica dei quarantenni.