MESSINA. Un terremoto sta sconquassando Forza Italia. Non bastasse la debacle elettorale, adesso arrivano anche i contraccolpi, che potrebbero far davvero scoppiare una guerra civile dentro il partito rimasto a secco in Sicilia, in cui, dopo l’affermazione mostruosa dei Cinque stelle, la rappresentativa romana è ai minimi storici.

Per questi motivi, il deputato regionale di Barcellona Tommaso Calderone, a capo di una fronda composta da Mariana Caronia, Rossana Cannata, e Riccardo Gallo, ha scritto una nota in cui si chiede “nell’immediatezza l’azzeramento dei vertici dirigenziali”, con evidente riferimento al coordinatore regionale di Forza Italia nonché presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché, ma anche al capogruppo all’Ars, Giuseppe Milazzo. “Forza Italia è stata salvata dal simbolo e dal nome Berlusconi non certo dalle scelte che sono state fatte dai dirigenti del partito siciliano che hanno prodotto un sonoro 0 alla voce seggi vinti agli uninominali”, accusava la nota.

Una richiesta devastante alla quale è seguita una risposta altrettanto devastante: “Non possono far parte di Forza Italia coloro che, per il solo fatto di non essere stati candidati, hanno platealmente votato e fatto votare il Movimento Cinque Stelle. Forza Italia non è adatta a loro e loro non sono adatti a Forza Italia”, ha scritto Miccichè su Facebook, lanciando accuse pesantissime.

Tommaso Calderone, che ha dimostrato di essere perfettamente a suo agio nella battaglia, si è infilato l’elmetto in testa ed ha risposto, sempre su Facebook. “Nessun timore – ha iniziato Calderone – Oggi, unitamente ad altri tre deputati di Forza Italia, abbiamo presentato un documento con il quale chiediamo che vengano azzerati i vertici del partito, a cagione del pessimo risultato elettorale (28 a 0 all’uninominale). Riteniamo che il risultato sia anche dipeso dalle scelte fatte dai vertici senza tenere conto del territorio. La risposta affidata i social è stata la minaccia di espulsione dal partito giustificata da indimostrabili ragioni. Se prima eravamo sereni ora lo siamo di più – ha ribadito Calderone – dipendiamo e renderemo il conto solo ai nostri lettori che ci hanno mandato a Palermo a tutelare i loro diritti ad ogni costo è disposti a pagare qualsiasi prezzo Questa non è la politica che piace cittadini”.

E mentre scoppiava il casino, a lodare il lavoro di Miccichè ci pensava Urania Papatheu, eletta al senato nel proporzionale, dopo che nell’uninominale era stata staccata di quasi trentamila voti dalla candidata del M5s Grazia D’Angelo. “In Sicilia possiamo dire che Forza Italia, guidata da Gianfranco Miccichè ha vinto ben più che altrove e con Lega e Fratelli d’Italia si appresta a governare – scrive in una nota, dando una sua visione dell’accaduto – I voti da noi ricevuti sono stati, proprio in virtù della nostra storia, veri consensi cioè fiducia consolidata. Di ciò dobbiamo ringraziare l’intelligenza dei siciliani e – è doveroso da tutti nel partito – ringraziare Gianfranco Miccichè che ne è stato l’artefice protagonista. Al M5s invece sono andati non consensi, ma molti suffragi, cioè astratte speranze più facili da vendere nelle urne – aggiunge – So che la frenesia elettorale è una pessima bevanda lenta da smaltire e che deforma le visioni di qualcuno ma, quando si vince come noi abbiamo ottenuto, la politica matura si occupa dei temi successivi alle elezioni. Si passa dai livori personali ai lavori per il Paese”.

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