La sfida è stata ufficializzata. Il prossimo rettore di Messina sarà il rampollo di una delle più note famiglie messinesi che già ha regalato rettori all’Università . Che sia l’uno o l’altro, infatti, si può scrivere la stessa cosa. Perché a sfidarsi per la guida dell’università di Messina saranno Salvatore Cuzzocrea, figlio del già rettore Diego e Francesco Stagno D’Alcontres, nipote di Guglielmo, anche lui rettore. Il primo, che si candida in continuità con l’ex rettorato guidato da Pietro Navarra, è ordinario a 46 anni di Farmacologia. Il secondo, 62 anni, è ordinario di Chirurgia plastica e primario al Policlinico del reparto chirurgia plastica.
Entrambi sono figli d’arte, sono due candidature, infatti, che riecheggiano due rettorati, quelli di Guglielmo Stagno D’Alcontres e Diego Cuzzocrea. E se il primario di Chirurgia plastica dell’ex rettore è solo il nipote, figlio di Ferdinando, fratello di Guglielmo e sempre un po’ distante dal resto della famiglia, Salvatore è addirittura il discendente diretto. Così che al netto delle competenze di ognuno, senza dubbio indiscutibili, il rettorato sembra avere le caratteristiche di un titolo monarchico più che accademico.
E inevitabilmente a riecheggiare in questa corsa verso la guida dell’Ateneo è quanto scrisse la commissione nazionale antimafia, sbarcata a Messina, all’indomani dell’omicidio Bottari, infatti, la città viene definita “governata da un grumo d’interessi politico-affaristico-mafiosi che avrebbe il suo fulcro all’Università, che gestisce un budget di appalti di 250 miliardi”.
A riecheggiare inevitabilmente è dunque l’omicidio di Matteo Bottari. Il primario endoscopista del Policlinico, il 5 gennaio del 1998 mentre parla al telefono con la moglie Alfonsetta D’Alcontres, fermo al semaforo tra il Viale Annunziata e il Viale Regina Elena viene ucciso da colpi di lupara. Una fine tragica rimasta fino ad oggi nel mistero. Bottari è genero dell’ex rettore, mentre rettore in quel momento è un membro di un’ altra facoltosa famiglia calabrese di origine ma trapiantata a Messina, Diego Cuzzocrea, “magnifico” fino al 1998. Cuzzocrea, durante il suo rettorato, fu indagato per favoreggiamento nell’ ambito dell’ inchiesta sull’omicidio Bottari. Nonostante questo, Cuzzocrea venne confermato rettore alle successive elezioni. Poco dopo, però, fu costretto alle dimissioni da una nuova indagine a suo carico: venne accusato di aver simulato il furto della sua auto e falsificato le lettere minatorie da lui denunciate. Cuzzocrea fu prosciolto, in seguito, da tutte le accuse.
I due contendenti hanno entrambi un pedigree accademico ma sono di orientamento politico opposto. Mentre D’alcontres è stato quattro volte deputato in Forza Italia, dal 1996 al 2012, salvo poi sbattere la porta in faccia al partito per divergenze con Berlusconi e Miccichè, Salvatore Cuzzocrea è stato prorerettore di Navarra e solo lo scorso 14 febbraio ha firmato una lettera con gli altri prorettori in difesa del candidato del Pd, dopo l’attacco di Marco Travaglio al partito democratico per avere candidato il nipote del noto boss, Michele Navarra.
Una corsa alla “magnifica” poltrona che sembra già decisa. Cuzzocrea è dato infatti come ampiamente favorito, avendo alle sue spalle tutto il gruppo che faceva capo a Navarra. D’Alcontres, invece, corre praticamente da solo. Quasi una testimonianza, quella del nipote dell’ex rettore, che l’università di Messina non tutta fa capo al candidato del Pd alla Camera.