MESSINA. «Mi è arrivata in questo momento la sentenza della commissione tributaria provinciale che attendevamo da tempo: ha stabilito che non c’è evasione né raggiri né “tracchiggi” come aveva ipotizzato il pubblico ministero che mi ha fatto arrestare. L’altra cosa importante è che oltre il 50% dei costi la commissione provinciale tributaria provinciale li ha riconosciuti inerenti cioè legittimi». Lo dice in un video su Facebook il deputato regionale dell’Udc Cateno De Luca, indagato con l’accusa di evasione fiscale. Ieri il Gip di Messina ha disposto la revoca dei domiciliari sostituendoli col divieto di esercizio di posizioni apicali negli enti coinvolti nell’inchiesta.
«Aspettiamo un’altra sentenza – prosegue l’ex primo cittadino di Fiumedinisi -, però ci tenevo a dirvi che l’organo tecnico, deputato a fare queste valutazioni, è la commissione tributaria e ieri ha depositato questa sentenza; il che significa che più di qualcuno dovrebbe essere ricoverato in qualche manicomio psichiatrico».
Da qualche giorno, dopo qualche settimana complicata (nel giro di cinque giorni è passato dall’elezione all’Ars, agli arresti domiciliari fino all’assoluzione) il deputato regionale dell’Udc è senza frenio. In una lunga intervista su Il Tempo di ieri, De Luca dichiara senza troppi giri di parole di essere vittima di un complotto: innanzitutto da parte della massoneria. “In più occasioni mi è stato chiesto di farne parte, ho sempre detto no. Voglio chiarire che non ho nulla contro la massoneria ma ovviamente ce l’ho contro i massoni deviati“, ha spiegato, prima di aggiungere che “il candidato sindaco di Messina era già stato individuato da certi ambienti della massoneria“, e che, all’atto della sua candidatura “sono stato chiamato in un certo salotto messinese perché volevano capire se scherzassi o no. Poi sono stato chiamato da chi governa dal punto di vista imprenditoriale a Messina… Ho detto a tutti una semplice cosa: se vado avanti, e andrò avanti, vado avanti a modo mio“.
Oggetto dei suoi strali più virulenti, però, sono ovviamente i magistrati: “Io ho già fatto due denunce nei confronti di alcuni magistrati e ora stiamo preparando la terza, la consegneremo nel giro di due giorni. Non si può usare la giustizia come una lupara, perché la lupara uccide ma uccidono anche le sentenze, soprattutto quando si dimostrano ingiuste“, parlando di giudici “deviati”. Rispetto ai quali, De Luca getta ulteriori ombre: “Ci sono magistrati, inoltre, i cui figli sono stati sistemati nella formazione professionale in Sicilia – ha attaccato – Racconto fatti di cui sono a conoscenza, e nella formazione professionale come tutti sanno c’entra la politica. Ci devono spiegare che c’entrano i figli di questi magistrati nella formazione professionale. E allora è logico che sono politicizzati. Tant’è vero che io gli scontri li ho avuti solo con alcuni di loro, e da quelli ho subito 15 procedimenti penali”.