MESSINA. Nemmeno in morte c’è tranquillità. Perchè il detto “Riposi in pace “vale ovunque, purchè non al cimitero di Messina, in cui anche una salma tumulata nel 1975 può essere rimossa per…abusivismo. E’ quella di Michele Rapisarda, un uomo nato nel 1888, e morto ottantasette dopo, le cui spoglie mortali sono seppellite in un loculo al cimitero monumentale di Messina, presso la cappella “Palmara”. Che è di proprietà della Cofraternita san Giuseppe al Palazzo.
Per questo, il presidente della confraternita Domenico Irrera ha inoltrato un avviso agli eredi di Michele Rapisarda, per informarli che “a seguito del decesso di una consorella, non è stato possibile procedere alla tumulazione della stessa in quanto il loculo risulta impropriamente occupato dal Michele Rapisarda”.
All’origine dell’inghippo c’è una precedente autorizzazione alla tumulazione, concessa nel 1975 dall’allora presidente della confraternita Federico Santi, che dava il “nulla osta” alla sepoltura del confratello Rapisarda nel loculo che oggi l’attuale presidente scrive essere “impropriamente occupato”. E quindi?
Quindi, dopo quarantadue anni, i resti mortali di Michele Rapisarda saranno “estumulati” a cura della stessa confraternita, e ri-sepolti in un’altra delle cappelle funerarie della confraternita di san Giuseppe al Palazzo, mentre nel loculo verrà sepolta la consorella recentemente scomparsa.
La confraternita, infatti, possiede tre cappelle nel Cimitero Monumentale di Messina, dove vecchi confrati riposano e dove quelli di oggi troveranno pace domani. Infatti tra le norme statutarie vi è il “Regolamento delle cappelle funerarie” che all’articolo 1 recita: “La Confraternita possiede in atto tre Cappelle (Centrale, Palmara bassa e sopraelevazione, Baglio) nel Gran Camposanto di Messina. Il diritto alla tumulazione nelle stesse è strettamente riservato ai soli soci iscritti, il cui elenco sarà trasmesso annualmente alla Curia Diocesana ed al Comune di Messina”.