MESSINA. È’ stato l’ultimo dei temi caldi dell’estate: il contestato restyling di piazza Cairoli, del quale il co-progettista Nino Principato ha spiegato i motivi, ha tenuto banco per giorni, a cavallo tra la fine di agosto e l’inizio di settembre: atteso da tempo, il rifacimento di parte della pavimentazione della piazza “cuore” della città, con la sostituzione del parquet mai manutenuto e ormai marcio, a sedici anni dalla posa, ha fatto storcere il naso a molti.
A suscitare le maggiori critiche, però, non è stato l’aspetto architettonico dell’intervento, bensì… la rimozione, insieme al parquet, di pressoché tutte le panchine della porzione di piazza rifatta, sulle quali fino a qualche mese fa ci si poteva accomodare. Che fine hanno fatto quelle panchine? Una fine ingloriosa.
Divelte da piazza Cairoli, sono state dismesse e ammassate l’una sull’altra. In una discarica, in un deposito? No. Nel cortile di Palazzo Zanca al quale si accede da via San Camillo, di lato rispetto all’ingresso principale e giusto a fianco del salone dedicato alla celebrazione dei matrimoni civili, in bella mostra per chiunque si affacci dalla finestra del “transatlantico” del Comune, giusto accanto al bar.
Cortile che da sempre accoglie quello che al Comune non serve più, surrogando un deposito o una discarica. Negli anni, su quelle mattonelle si sono accatastati materiale elettorale, luminarie, archeggiate, arredo urbano di funzione e foggia più disparate. E da qualche settimana le panchine di piazza Cairoli, rimossa da pochissimo e già rimpiante.
Per doverosa informazione, le panchine sono state dismesse perché non compatibili, esteticamente, con la nuova sistemazione della piazza dov’è stata realizzata una seduta continua rivestita in pietra siciliana, con accurato design. Le panchine furono prelevate dal Dipartimento Arredo Urbano per essere ricollocata altrove. Dell’attuale deposito, il sottoscritto non ha alcuna responsabilità