MESSINA. “Nel 2017 non si approverà il bilancio, e sto avviando le pratiche per il dissesto, che non è dovuto a debiti non pagati, ma agli effetti di una norma”. Filippo Romano, il commissario della Città Metropolitana di Messina, non fa giri di parole. Se non interviene una soluziona normativa nazionale, la ex Provincia dichiarerà fallimento.
Non è un fulmine a ciel sereno. Anzi. Oggi, però, è stato formalizzato da un atto di indirizzo, col quale il commissario, che sopperisce alla mancanza del consiglio, impegna il sindaco metropolitano Renato Accorinti (non presente all’incontro) ad avviare le procedure per il default. Perchè? Perechè in sostanza, in pochi anni gli introiti della ex Province si sono ridotti da 90 a 62 e adesso a trentadue milioni di euro.
“In questi giorni ho adottato un atto d’indirizzo – spiega Romano – il problema nasce da una legge statale del 2015, che ricollegandosi alla legge DelRio, stabiliva che nel corso degli anni successivi, le Province avrebbero dovuto devolvere parte del loro bilancio allo stato, a valere sull’assicurazione auto: su 62 milioni di introiti, per Messina, 48 sono di rc auto. Da 90 a 60 milioni, con sacrifici e tagli si chiudeva il bilancio. Con il taglio successivo non è più possibile”.
Le ex province costavano nove miliardi di euro all’anno, che con i tagli sono arrivati a sei (“Lo 0,6 del bilancio statale”, sottolinea Romano). Nel 2014, la Delrio snellisce le funzioni delle Province, che in massima parte passano alle Regioni. Però strade, scuole e trasporto disabili, i servizi più costosi, rimangono alle Province. “La finanziaria 2015, visto che la Delrio toglieva funzioni, imponeva un dimezzamento”, sostiene il commissario.
Al danno si è aggiunta la beffa: “Nelle province delle Regioni a statuto ordinario, il prelievo è parzialmente compensato dalla riduzione di personale mediante assorbimento da altri enti. Ma non riguarda la Sicilia, in cui si applica il taglio ma non la riduzione. La Città Metropolitana di Messina – continua Filippo Romano – non avrà problemi di personale, siamo già più bassi della soglia, però solo per il personale la Città Metropolitana paga 30 milioni. ne restano due per tutto il resto, capirete che non è pssibile chiudere un bilancio così”.
Come si è andato avanti fino ad oggi? “Abbiamo usato i risparmi degli anni precedenti, ma nel 2017 non si approverà il bilancio, e sto avviando le pratiche per il dissesto, che non è dovuto a debiti non pagati, ma agli effetti di una norma. E se non cambia, non cambierà nemmeno la situazione”.
Quando sarà pubblicata la legge sulle Province partorita dall’Ars, in attesa delle elezioni di primavera, sarà nominato un commissario con poteri di surroga di giunta e consiglio (quindi decadrà anche l’attuale sindaco metropolitano): se dissesto sarà, toccherà a lui gestirlo.