MESSINA. “Sarà necessaria buona volontà e flessibilità da parte dei lavoratori tutti (operatori, amministrativi, funzionari e dirigenti), che dovranno adattarsi a nuove modalità di servizio e, se è il caso, a nuove mansioni”. L’intenzione di cambiare registro c’è, a MessinaServizi Bene Comune. Ed i dipendenti che transiteranno nella nuova partecipata, 504 da Messinambiente e qualcuno più di una cinquantina dall’Ato3, dovranno adeguarsi. Non senza qualche sacrificio.
E’ il documento che sette organizzazioni sindacali, l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua per il comune di Messina e Beniamino Ginatempo in qualità di amministratore unico di MessinaServizi Bene Comune, firmeranno, con il prefetto Francesca Ferrandino a fare da garante, per il trasferimento dei lavoratori da Messinambiente e Ato3 alla nuova società che gestirà il ciclo dei rifiuti a Messina.
Perché il passaggio dalle attuali società alla nuova partecipata del Comune non sarà indolore? Perchè “in tale passaggio – si legge nel documento condiviso con i sindacati – potrebbe accadere che i lavoratori perdano benefits non goduti presso la società di partenza, oltre a contenziosi non risolti, di cui la nuova società non potrà farsi carico. MessinaServizi bene Comune, tuttavia – concedono nell’accordo – si impegna a far recuperare tali benefits attraverso una gestione del personale che possa progressivamente far godere nel corso degli anni i benefits perduti nonchè, tramite meccanismi incentivanti, in dipendenza del raggiungimento degli obiettivi”.
Il “bastone e la carota, quindi. Anche perchè dai benefits resteranno esclusi i “superminimi”, quegli aumenti di retribuzione che erano fortemente correlati “alla particolare laboriosità e diligenza del lavoratore”, e si aggiungevano al trattamento economico garantito dalla normativa collettiva: non molti, a dire la verità. In tutto, in azienda non raggiungono la quarantina i dipendenti che ne godono, e l’ammontare totale è di più o meno 150mila euro.
I posti di lavoro, quindi, saranno salvi. Quello che sembra essere stato il problema più pressante nel dibattito politico di questi mesi, e sempre anteposto all’efficienza del servizio, che negli interventi in aula, nei comunicati e nelle parole di politici ed amministratori è sempre stato subordinato al mantenimento del “posto di lavoro”.
Come spera l’amministrazione di motivare i lavoratori a svolgere un servizio migliore di quello attuale, terribilmente scadente? Con“meccanismi di incentivazione salariale ispirati al raggiungimento delle finalità”, che saranno gli strumenti per mantenere, riottenere o aumentare i livelli salariali attuali, e con una diversa costituzione delle squadra di intervento: sarà privilegiata la residenza del singolo lavoratore, “sia allo scopo di ridurre i trasferimenti ed i relativi costi da quartieri distanti in città, sia allo scopo di aumentare l’interazione fra gli operatori e l’utenza”. Nella speranza, immaginano a MessinaServizi, che dover giustificare la sporcizia accumulata sull’uscio di casa invece che una via lontana, sia un deterrente sufficiente.