MESSINA. Non è un terremoto, ma ci manca davvero poco. In dieci anni, dal 2007 al 2017, il mercato immobiliare a Messina ha perso un terzo del suo valore. Chi si era rifugiato nel mattone, a tutt’oggi la forma di investimento preferita dagli italiani, ha visto il suo asset deprezzarsi in maniera vertiginosa, chi aveva un terreno edificabile, e magari aveva fatto salti mortali per farlo diventare tale, oggi i salti mortali li fa per disfarsene.
Non solo. C’è una sproporzione del mercato che fa paura. L’offerta di immobili, infatti, risulta essere circa il doppio rispetto alla domanda (e infatti il 15 % delle case messinesi risulta essere disabitato). Uno sbilanciamento che ha radici lontane: al 2002, per l’esattezza, anno in cui entra in vigore l’attuale variante al piano regolatore che, di fatto dà il via alla “deregulation” delle concessioni edilizie.
Dovunque, a qualunque condizione, l’imperativo per una decina d’anni è stato costruire. Nonostante un’offerta innaturalmente alta, i prezzi sono saliti alle stelle, con picchi vertiginosi e assolutamente fuori mercato che in alcune zone (centro storico, Panoramica, ma anche litoranea) sfioravano i tremila euro al metro quadrato per il nuovo. Un mercato drogato, che trascinava con sé anche l’usato. Vecchie case a Pace, da rimodernare da cima a fondo e adeguare alle nuove normative, venivano offerte a 2500 euro al metro quadrato.
Oggi, incredibilmente, si assiste al fenomeno contrario: chi ha un terreno edificabile, vista la penuria di offerte, sempre più spesso fa domanda per “squalificarlo“, spostandone cioè la destinazione urbanistica da edificabile ad agricolo, per non pagare Imu.
Un tracollo verticale, dovuto anche al fatto che, come rileva la Corte dei Conti, “la gestione finanziaria dei Comuni presenta un andamento delle entrate sostanzialmente stabile e caratterizzato dalla significativa incidenza della tassazione immobiliare”. Ricapitolando: valore diminuito di un terzo e costi di gestione aumentati hanno ammazzato il mercato già saturo di per sé. A cascata, le ricadute sono facilmente intuibili: secondo le esperienze dell’agenzia immobiliare Remax Quattropareti, che cita dati Nomisma, i tempi di vendita di una casa si sono allungati fino a 6/7 mesi.
Di che prezzi si parla? Ovviamente dipende dalle zone e dalle condizioni dell’immobile in vendita, ma in linea di principio la quotazione dei singoli appartamenti a Messina è molto diversificata: nella maggioranza dei casi è comunque compresa tra 1.050 e 1.600 euro per metro quadrato, con picchi da 2400 euro nel quadrilatero Piazza Cairoli, piazza del Popolo, Duomo e teatro Vittorio Emanuele, e “abissi” da 550 euro per abitazioni di tipo economico in periferia estrema tipo Gesso o Pezzolo. (dati Agenzia delle Entrate).
Nello specifico, a Febbraio 2017 per gli immobili residenziali in vendita sono stati richiesti in media 1.358 euro per metro quadro, contro i 1.374 euro registrati il mese di Febbraio 2016 (con una diminuzione del 1,20% in un anno). Nel corso degli ultimi 24 mesi, il prezzo richiesto all’interno del comune di Messina ha raggiunto il suo massimo nel mese di Marzo 2015, con un valore di € 1.431 al metro quadro. Il mese in cui è stato richiesto il prezzo più basso è Settembre 2016: per un immobile in vendita sono stati richiesti € 1.357 per metro quadrato (dati immobiliare.it su elaborazione Istat)
(clicca sulle icone per conoscere il prezzo medio degli immobili in vendita nel mese di gennaio 2017. Fonte Immobiliare.it)
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Il prezzo medio degli appartamenti in vendita (1.350 €/m²) nel 2017 era di circa il 2% superiore alla quotazione media regionale, pari a 1.300 €/m² ed è invece di circa il 6% inferiore alla quotazione media provinciale (1.450 €/m²).
Messina ha un prezzo medio degli appartamenti in vendita di circa il 61% in meno rispetto ai prezzi medi a Firenze e circa il 33% in più rispetto ai prezzi medi a Reggio Calabria, che hanno, rispettivamente, i prezzi più alti e più bassi in Italia, tra le città con una popolazione compresa tra 100.000 e 500.000 abitanti.
In provincia, il prezzo medio degli appartamenti è di 1444 euro al metro quadro, a fronte dei 1445 della provincia di Palermo e dei 1382 di Catania. Fanalino di coda in regione è il territorio nisseno, con un prezzo medio di appena 839 euro. Per quanto riguarda i singoli comuni, con la media di 1353 il comune di Messina rispecchia il trend della provincia, a fronte dei 1228 di Milazzo, dei 441 di Mistretta e degli oltre 3mila euro di Taormina e delle Eolie. Il comune più caro? Se le giocano la perla dello Jonio e Santa Marina Salina, con un prezzo “impossibile” di oltre 6mila euro per mq. (dati istat)
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