MESSINA. Tira un sospiro di sollievo, Messinambiente. La partecipata di via Dogali, sul capo della quale pende l’istanza di fallimento chiesta dall’Agenzia delle Entrate per un debito da una trentina di milioni, avrà altri sessanta giorni di tempo per il perfezionamento del piani finanziario di rientro dai debito.
Stamattina, a due mesi dall’udienza fallimentare in cui i vertici della partecipata avevano chiesto l’accesso al concordato in bianco, la sezione fallimentare del Tribunale ha concesso la proroga di ulteriori due mesi per mettere a punto “le carte”.
Il piano di rientro presentato dal commissario liquidatore Giovanni Calabrò e dai legali che lo assistono Marcello Parrinello e Paolo Vermiglio (alla difesa, due mesi fa, c’erano anche Gianclaudio Fischetti e Romina Ballanca del Foro di Milano) prevede trenta milioni in totale per chiudere la partita: isei milioni all’anno per cinque anni, divisi in partite da cinque milioni ciascuno per il Tfr dei dipendenti, per i debiti previdenziali con l’Inpdap e per altri debiti, soprattutto coi fornitori. I restanti quindici milioni dovrebbero estinguere il debito con l’Agenzia delle entrate, che di Messinambiente aveva chiesto il fallimento dopo aver tentato invano la strada del pignoramento.
Il piano di rientro previsto dal concordato è in mano ai commissari giudiziari Paolo Bastia (ordinario di Economia Aziendale presso l’Università degli Studi di Bologna e di Analisi dei costi alla Luiss di Roma) e Antonino Mazzei (avvocato messinese) nominati dal giudice delegato Giuseppe Minutoli.
Quali sono i problemi che potrebbe incontrare l’operazione? Intanto la disponibilità da parte del comune di Messina a garantire il pagamento puntuale di sei milioni di euro per cinque anni, argomento sul quale tra Calabrò e l’assessore alle Partecipate Guido Signorino c’era stato già un “fraintendimento” un mese fa, quando durante uno scambio epistolare, invece dei sei milioni chiesti da Calabrò, Signorino aveva risposto “tre”, cifra sulla quale Calabrò aveva chiesto ulteriori conferme.
Poi c’è il fattore tempo. La proroga scade a inizio luglio, data nella quale Messinambiente dovrebbe aver già passato la mano alla nuova MessinaServizi bene Comune, dato che il 30 giugno scade la proroga dell’appalto concessa alla partecipata di via Dogali. MessinaServizi, però, ad oggi è un contenitore vuoto: costituita dall’amministratore unico Beniamino Ginatempo, è in attesa che il consiglio comunale voti l’affidamento dei servizi di igiene ambientale: la delibera è incardinata ed è iniziata la discussione, ma di approvarla l’aula non sembra che abbia fretta. O voglia.
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