MESSINA. Valorizzare e promuovere la Chiesa Normanna di Mili San Pietro, tesoro dimenticato della città. È questo l’obiettivo dell’Associazione Ionio, che questa mattina è intervenuta durante la Commissione Consiliare Cultura del Comune di Messina, riunita dal presidente Piero Adamo, per fare il punto sullo stato di conservazione della chiesa.  All’incontro erano presenti il neo assessore alla Cultura Federico Alagna e gli architetti Vinci e Principato. 

Edificata intorno al 1091 dal Conte Ruggero d’Altavilla, la Chiesa di Mili è un complesso monumentale visitabile allo stato attuale solo dall’esterno, da dove è possibile ammirare le particolarità dell’arte arabo-normanna, simbolo di integrazione tra le diverse culture. Il piazzale della Chiesa, affidato per il secondo anno consecutivo all’Associazione Ionio nell’ambito dell’avviso pubblico ‘’Verde Bene Comune” (il rinnovo della concessione è avvenuto stamattina), sarà la location del Cultural Day, evento, giunto ormai alla terza edizione, concepito proprio per far conoscere e valorizzare il monumento normanno.

Durante l’incontro in commissione, è intervenuto il presidente dell’Associazione Ionio Eugenio Enea, che ha presentato un resoconto dettagliato sulle iniziative intraprese in questi anni, insieme anche ad altri enti e associazioni locali come La Ctg Lag “Proteggiamo la natura”, la Parrocchia di Mili San Pietro e la Biblioteca di Studi Sociali “Pietro Gori”, fra le quali numerose lettere allle istituzioni (Ministero, Soprintendenza, Prefettura, Comune etc..), richieste di incontri e tavoli tecnici per trovare una soluzione definitiva.

Enzo Calabrò ed Eugenio Enea

«Finora l’unico obiettivo raggiunto (oltre alla già citata concessione del piazzale antistante nell’ambito dell’Avviso verde Bene Comune) è stato quello di un intervento, quantomeno a cadenza annuale, di pulizia dell’area da parte delle squadre di Messinambiente», ha spiegato Enea. «L’interno della Chiesa (in concessione alla Curia di Messina) non è fruibile da anni a causa di un’ordinanza prefettizia dovuta al pericolo di crollo del monastero annesso (di proprietà privata). Riteniamo però – prosegue il presidente dell’associazione –  che possa tornare fruibile anche nel breve periodo, con il ripristino dell’illuminazione esterna e l’installazione della recinzione che impedisce l’accesso all’area in cui insistono le strutture pericolanti del Monastero. Si tratta di interventi realizzabili a costi contenuti e con forme di finanziamento come crowdfunding e sponsorizzazioni». «La recinzione (già presente subito dopo il restauro della Chiesa dei primi anni 2000) impedirebbe l’accesso all’area pericolante del Monastero – conclude Enea – ripristinando le condizioni di sicurezza utili affinché la Prefettura possa revocare l’ordinanza che impedisce la fruizione interna della Chiesa».

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