MESSINA. La possibilità che anche i bilanci dell’amministrazione guidata da Renato Accorinti siano oggetto di indagine, per appurare se siano stati “aggiustati” o meno, ha colpito duro. Troppo, per chi da sempre, come i turbosostenitori di Accorinti, la differenza ontologica tra questa e le amministrazioni precedenti in tema di legalità l’ha brandita come una clava.
La presenza, ieri a palazzo Zanca di Gaetano Mosella, ispettore del Mef, ministero dell’Economia e delle Finanze, su incarico del pm Antonio Carchietti, ha messo in allarme l’amministrazione, che si è sentita in dovere di scrivere qualcosa sull’argomento. “Con riferimento alla visita, su delega della Procura della Repubblica, dell’Ispettore del MEF per verifiche sui documenti di bilancio del Comune di Messina per il periodo 2014-16, l’Amministrazione conferma di aver sempre operato nel pieno rispetto delle regole, dei principi contabili e degli interessi della cittadinanza, intraprendendo a questo fine la difficile strada del piano di riequilibrio, piuttosto che la scorciatoia del dissesto. L’Amministrazione – continua il comunicato – esprime la sua piena fiducia nell’operato della Magistratura, offre la propria piena e totale collaborazione, auspicando che queste attività possa, nel più breve tempo possibile, confermare la correttezza e legittimità del proprio operato”.
In tema di bilanci, c’è stato un anno e mezzo in cui l’amministrazione Accorinti non sapeva davvero che pesci pigliare, e che è culminato in quel previsionale 2015 adottato a 2016 inoltrato dopo ben cinque stesure, a maggio (la prima versione risaliva a inizio dicembre precedente). Quello, e altri documenti finanziari, sono stati fotocopiati oggi e consegnati a Gaetano Mosella.
Anche l’assessore all’Urbanistica Sergio De Cola ha deciso di prendere carta e penna ed intervenire nella discussione intorno agli atti “secretati” della variante di salvaguardia, la delibera “salvacolline”, approvata in giunta quasi un mese fa e che ora deve transitare in consiglio. Il fatto che gli allegati non fossero visibili al pubblico, ha fatto saltare la mosca al naso, e non bastando gli appigli normativi ai quali si è appellato il segretario generale Antonio le Donne, di fare chiarezza sulla vicenda è toccato a De Cola. “Dal 22 febbraio 2017, data in cui la delibera con tutti gli allegati è stata consegnata all’ufficio affari di Giunta, tutti i consiglieri comunali hanno pieno accesso a tutti i documenti che costituiscono la Variante; inoltre, i consiglieri possono, a semplice richiesta, avere copia integrale del documento su CD. In merito alla pubblicità dell’atto (aspetto più controverso della vicenda, ndr) va ricordato come a sensi di legge (art.3 L.R. 71/78), non appena il Consiglio avrà adottato la delibera, lo stesso sarà reso pubblico a tutti cittadini che avranno la possibilità di presentare le osservazioni ritenute necessarie”.
Qual è il nodo della questione? Oltre alla legge regionale, De Cola cita anche la circolare n.1/2015 del Dipartimento regionale dell’Urbanistica, che spiega come “la conoscenza da parte dei privati o soggetti comunque interessati, delle scelte di pianificazione … attraverso la pubblicazione sul sito degli “schemi di provvedimento” e dei relativi elaborati tecnici … potrebbe vanificare l’efficacia delle misure di salvaguardia“.
In sostanza, ratio della norma è evitare che la conoscenza delle zone sottoposte a vincolo o a cambio di destinazione d’uso prima dell’approvazione della delibera in consiglio, che fa scattare le norma di salvaguardia, possa dare il via a compravendite di terreni a scopo speculativo. Un illustre precedente in realtà c’è: la famigerata variante al piano regolatore entrata in vigore nel 2002 (ma votata nell’aprile 1998 dopo 13 sedute e 43 ore di lavori), nella nottata di approvazione della quale, narrano le cronache dell’epoca, gli studi notarili restarono aperti tutta la notte a “rogitare” terreni comprati agricoli la sera e diventati edificabili all’alba. In realtà, è vero anche il contrario: una segretezza dell’atto, che comunque è visibile ai consiglieri comunali, potrebbe favorire gli stessi comportamenti che la circolare regionale vorrebbe evitare.
E’ comunque previsto, dopo l’approvazione della delibera, che i cittadini possano proporre osservazioni anche modificative dell’atto, così come sicuramente faranno i consiglieri comunali presentando emendamenti (e sarà interessante vedere chi proporrà cosa): nel 1998/2012, alla variante del piano regolatore furono presentati 638 emendamenti da parte dei consiglieri e 711 osservazioni da parte dei cittadini. Coi risultati urbanisticamente disastrosi che sono sotto gli occhi di tutti.