MESSINA. È un “no” categorico quello di Cambiamo Messina dal Basso in merito al paventato hotspot all’interno della ex caserma Gasparro di Bisconte, annunciato dal capo della polizia Franco Gabrielli durante l’audizione in commissione d’inchiesta sul sistema d’accoglienza dei migranti. Un diniego di portata generale contro come “quei gruppi politici che cavalcano temi razzisti e xenofobi e contro tutti quegli strumenti di detenzione indiscriminata che violano i più elementari diritti umani”.
«Siamo assolutamente contrari e lo abbiamo sempre detto. Sono decisioni del ministero, e noi fino ad oggi non abbiamo avuto nessuna notizia ufficiale. Chiamerò il ministero dicendo che abbiamo letto sulla stampa la notizia chiedendo se è vera. Se fosse così, esprimeremo in modo netto e forte il nostro no», ha commentato il sindaco Renato Accorinti, che già lo scorso giugno aveva espresso la sua contrarietà alla realizzazione del centro di identificazione. «Eravamo contrari anche alla tendopoli che avevano realizzato in precedenza al Palanebiolo. I migranti hanno diritto di andare ovunque, come hanno fatto i meridionali in passato, ma non devono restare a lungo in questi centri, altrimenti è una detenzione». 
Una posizione condivisa e ribadita in un comunicato anche dal movimento Cambiamo Messina dal Basso: “Strutture come gli hotspot, i centri di emergenza come il Palanebiolo, i Cara – si legge in un documento  –  contraddicono apertamente i principi di umanità e apertura che devono invece caratterizzare la politica di accoglienza di profughi, migranti e richiedenti asilo propria di un paese democratico. Esse servono ad attuare quelle scelte nazionali ed europee che chiamano accoglienza ciò che in realtà è negazione della libertà di movimento, separazione e segregazione di migranti e richiedenti asilo, respingimento coatto verso i paesi di origine, segnati spesso da sistematiche violazioni dei diritti umani, guerre, mancanza di lavoro, cibo e prospettive di vita dignitosa”. 
“A Messina – continua il comunicato – abbiamo scelto, non da oggi, di essere fedeli alla nostra identità antichissima di porto di mare, aperto e accogliente, dove le lingue e le culture si mischiano, curiose l’una dell’altra, e nessuno si sente straniero. Per questo abbiamo deciso di puntare su un modello di accoglienza diffusa ed inclusiva, centrata sullo Sprar, sull’affido familiare dei minori non accompagnati, su strutture piccole e a dimensione umana. Ed in questa prospettiva, da qualche tempo, abbiamo iniziato a lavorare in rete con altre realtà alla costruzione di corridoi umanitari che abbraccino anche la nostra città. Respingeremo pertanto con assoluta fermezza qualsiasi imposizione in direzione di politiche detentive e xenofobe da parte del governo Gentiloni così come dell’Unione Europea, per tenere invece le porte aperte all’umanità”.
 
In disaccordo con l’intenzione del Viminale anche il parlamentare del movimento 5 Stelle Francesco D’Uva, («La notizia lascia sgomenti perché si tratta di strumenti che si sono rivelati fallimentari. Luoghi che invece di accogliere trattengono i migranti, bloccandoli e respingendoli»), e il senatore di Forza Italia Domenico Scilipoti: “La scelta del ministro Minniti e del Prefetto Gabrielli di realizzare nel centro di Messina un hotspot per il primo approdo di migranti non renderà certo più sicura la città che già deve affrontare, per incapacità del sindaco Accorinti, una serie di problematiche collegate all’accoglienza. Messina sta già gestendo con fatica gli innumerevoli sbarchi dei migranti e un hotspot in pieno centro rischierebbe solo di creare ulteriori difficoltà in un territorio interessato da problematiche scottanti come criminalità, sicurezza ambientale e disoccupazione”. 
 
A gettare benzina sul fuoco il dirigente provinciale di Fratelli d’Italia Franco Tiano, che in comunicato si scaglia contro il sindaco della città dello Stretto: “Un hotspot a Messina  giova al primo cittadino per esaltare la sua immagine di santone agli occhi degli Italiani. Nella realtà è un ulteriore ostacolo per la città intera, una negazione alla riconquista della normalità e un ulteriore miopia per lo sviluppo economico e sociale. Accorinti si dichiara contrario a parole, ma se lo fosse davvero avrebbe dovuto convocare i parlamentari locali ed opporsi con forza”. “Realizzare un hotspot- scrive Tiano- significa ricevere maggiori migranti. Si tratterebbe di registrarli e distinguerli per nazione di provenienza, separando chi arriva per fame rispetto ai profughi. A questo procedimento di accoglienza dovrebbe susseguire un ricollocamento all’interno del territorio Europeo. In questa Europa dai muri facili è chiaro che il soggiorno a Messina e sul territorio Italiano, si protrarrà all’infinito, mettendo a dura prova il territorio ed assoggettandolo a rischi molto seri d’infiltrazione terroristica, di malattie e di lotta alla fame. La città di Messina ha già fatto abbastanza per l’accoglienza profughi, ospitando più di tantissime altre città d’Italia, ha dimostrato di essere caritatevole e fraterna”. 
 
A dire la sua contro il nuovo hotspot (ne è previsto uno anche a Mineo), che si aggiungerà ai quattro già operativi a Lampedusa, Pozzallo, Trapani e Taranto, anche l’ex esperta del sindaco per la questione migranti Clelia Marano: «Il sindaco era informato di tutto. Quattro anni fa ho partecipato a riunioni dove già si parlava dell’hot spot in presenza del vicesindaco e di alcuni assessori e ho espresso la mia contrarietà. Gli amministratori sottolineavano solo che volevano gestire loro al meglio l’hot spot, ma ho spiegato che non sarebbe stato possibile perché la gestione della struttura era organizzata a livello ministeriale».
 
“La notizia dell’imminente apertura di un hot-spot a Messina non ci sorprende perché a suo tempo avevamo lanciato il grido d’allarme rimasto inascoltato anche dal sindaco Renato Accorinti – commenta  invece Carmelo Picciotto di Confcommercio Messina – La nostra fragile economia subirà con l’apertura di un nuovo Cara di Mineo nella nostra città, un colpo ferale. A scanso d’equivoci siamo a favore delle politiche di accoglienza dei migranti, ma scegliere Messina, città che vive solo di crocierismo e di turismo, è un delitto. Se ogni giorno accanto alle navi da crociera si susseguiranno sbarchi di migranti diretti alla ex caserma Gasparro di Bisconte, tutti possono immaginare le conseguenze che ne potranno derivare. Invitiamo, pertanto la deputazione nazionale e, in modo particolare i parlamentari della maggioranza ad intervenire con estrema sollecitudine, compreso il sindaco Renato Accorinti, affinché l’ulteriore pericolo di soffocamento dell’economia cittadina venga scongiurato”.
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