Non è che una coincidenza, ma quando la terra trema, e trema forte contemporaneamente in Sicilia e nel centro Italia (zona martellata ininterrottamente da sei mesi da decine di terremoti al giorno), un po’ d’inquietudine sale.
Nella tarda serata di martedi 17, sui Nebrodi tre scosse hanno allertato la popolazione di san Marco D’Alunzio e dintorni, senza però far registrare alcun danno. Tre sismi di magnitudo 3.4, 1.9 e 3.0, in rapida successione, hanno colpito il comprensorio, creando fortunatamente qualche ansia e niente più. Succede spesso, perchè l’area compresa tra i Nebrodi, le Eolie e, lo Stretto di Messina è parecchio movimentata, da sempre.
Dall’inizio dell’anno, infatti, nel solo comprensorio messinese si sono contati ben 22 terremoti. Un numero molto alto, soprattutto se rapportato al resto della Sicilia, ma non atipico. Perché?
La spiegazione più recente arriva dai ricercatori dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) della sezione di Catania, che hanno individuato come responsabile dei maggiori terremoti della Sicilia orientale una micro placca che fa parte della più grande placca africana. Battezzata dai geofisici con il nome di “blocco siculo-ibleo” la placca minore si trova stretta in una morsa tra la grande placca euroasiatica e quella africana. Quella “siciliana” ha una sua dinamica particolare e indipendente da quella africana, e comprende gran parte del territorio isolano e dei mari circostanti. Questo basta per fare dello Stretto di Messina una delle zone più sismicamente attive di tutta l’area mediterranea.
Questo basterebbe a spiegare il fatto che, a confronto dei ventidue terremoti nel messinese degli ultimi quindici giorni, il resto dell’isola ha dormito sonni tranquilli: solo nove per tutte le altre province siciliane.
Non solo: durante il 2016, nell’area compresa tra Stretto, isole Eolie e Nebrodi, i terremoti superiori al terzo grado di magnitudo Richter, quindi decisamente avvertibili, sono stati una ventina: il più forte? Alle isole Eolie, il 3 dicembre: 3.8 gradi Richter.
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Nella mappa in basso la geolocalizzazione dei terremoti in Sicilia superiori a 3.0 gradi richter dal 1 gennaio 2016. Clicca sulle icone per vedere la magnitudo
(fonte INGV, elaborazione Andrea Borruso – Open Data Sicilia)